Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/428

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Scrivendo a Stella ditegli che lo riverisco, che ormai i suoi conti sono in pronto, e che al suo arrivo qui nel corr.e mese, liquideremo le partite di persona, e combineremo il modo del pagamento. Se cre- deste fargli cenno della edizione Monti per sentire come la intende, lo gradirei, ma vi supplico fargli conoscere i.° che molto innanzi la sua ediz.tt io aveva concertato per la mia. 2° Che essendo la mia di tutte le opere, e non ammessa in Lombardia, credo bene non ne abbia danno, e qui poi cercai di giovargli facendo vergognare il Cardinali della ristampa che aveva ideata del suo Petrarca. 3° Che se ne volesse delle copie (del mio Monti) gliele darò volentieri, e le manderò dov’esso m’indicherà. Avvertitelo che il conte Saffi vuol egli ritirare in Milano il seguito di una associaz. al Cicerone, di cui ebbe da me 2. volumi, e fategli avere per favore l’unito libretto. Addio Amicissimo, addio. il vro B. Scrivendo al Roverella, fategli i miei Saluti, e per mia parte anche quelli di Giordani. Ditegli che attendo poi risposta alla mia del 18. e sulla Mascheroniana, e sull’avere scritto al Monti conforme lo pregai.2

1474. Di Antonietta Tommasini.
[Parma 25. Maggio 1829]

Caro Leopardi Mi sembra un secolo di non avervi spedito i miei caratteri e di essere priva de’ vostri. Questo reciproco silenzio non verrà sicuramente inter- pretato come raffreddamento di nostra amicizia. Io potrei addurre molte ragioni per mia discolpa: ma crederei di gettare le parole e il tempo; imperocché voi mi conoscete, e sapete qual conto fo di voi, e della vostra amicizia. Ferdinando ha ricevuto una lettera da Gior- dani, ed in essa le vostre nuove: ma purtroppo non sono come io vor- rei; perchè egli dice che non avete neanche salute, e che siete assai malinconico, dovendo vivere in paese contrario affatto alla vostra maniera di pensare. Mio amico: fate capitale delle offerte che vi fece