Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/429

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mio marito che sono anche le mie, e potete essere certo che ci farete un piacere infinito quando le vorrete accettare. Voi troverete in me una sorella, un’amica che si terrebbe consolatissima, potendovi co’ fatti dimostrare que’ sentimenti amichevoli che nutrirò per voi tutta la vita. Persuaso che sarete che io, e mio marito vi teniamo come uno di nostra famiglia, so di certo che non istarete più nella incertezza di riguardare la nostra casa come vostra. Quando io sarò a Bologna vi darò avviso del mio arrivo colà, ed allora potrete venir subito da noi. Da Bologna passeremo insieme, in compagnia eli Giacomino, e di tutta la mia fami- glia alla mia villa presso Parma. Il balsamo di quell’aria purissima e l’unione delle nostre anime, so di certo che ci rifaranno de’ danni sof- ferti nella salute, e di quelli che bisogna necessariamente provare nelle città. Desidero poi anche che veniate a Parma per quel vostro affare, che sta tanto a cuore a me, e a Ferdinando, e a tutti noi. Ah perchè mai ricusaste di venire con noi l’anno scorso! Sapete pure quante pre- ghiere vi feci di tenerci compagnia: ma purtroppo l’amore de’ vostri genitori vi rese sordo a tutte le riflessioni che io andava facendovi per provarvi che non sareste stato contento privato così dal consorzio de’ vostri amici, e delle persone colte. Quante volte io piansi lungo il mio viaggio pensando a quale infelicità andavate incontro, recandovi alla trista solitudine di cotesti monti, da’ quali è bandita ogni dolcezza di vivere! Fuggite da questo luogo, e seguite i consigli di un’amica che non ha in animo che vedervi felice. I miei figli, e mio marito che ho veduto da pochi giorni, vi salutano, e vi baciano coll’animo. Vi prego, mio ottimo amico, di rispondermi subito, sì perchè la vostra adesione al mio divisamento mi sarebbe di conforto, e sì per- chè veramente desidero i vostri caratteri. Siatemi amico come io sarò sempre Vostra amica affma Antonietta Tommasini Parma 25. Maggio 1829

1475. A Pietro Brighenti.
Recanati 5 Giugno 1829.

Mio carissimo. La tua ultima, benché poco lieta, mi fu di gran consolazione per avermi recato di nuovo dopo tanto tempo