1570. |
A Paolina Leopardi. |
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Cara Pilla. Quanto ho penato non vedendo risposta alla mia
degli 11 Agosto a Pietruccio, che sarà smarrita! Non vi date
pensiero alcuno di associazioni costì: ne ho già da 5 in 600, e
si aumentano sempre. Qui (fuorché il Gabinetto, il quale non
rivende i giornali) i luoghi pubblici non hanno mai tenuto fogli
realisti, p[er]chè non si leggono. Brighenti non è ripassato ancora.
Io sto al solito, ma sono tornato colle mie donne, lasciando quelle
spietate campane, che sonavano fino a 9 ore intere in un giorno,
e a doppio, ed eran 4. Addio.
1571. |
A Pietro Ercole Visconti. |
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[Firenze, 11 Settembre 1830] |
Caro Pietrino. Ti rendo un millione di grazie delle cose che
mi dici nella cara tua di Agosto. Darai, se ti piace, le soscri-
zioni al Merle; ma con salutarlo da mia parte, lo pregherai, che
scriva al Vieusseux promettendo di prendere quel tal numero
di copie del libro, e di pagarle in contanti, avendo un giusto
ribasso sul prezzo. Tu che fai? Che studii? perchè non mi parli
almeno, delle ultime belle cose che so che hai pubblicate? Io
non posso scriver più. Addio, addio.
Il tuo Leopardi
11 Settembre