qualche duplicato di cui non le sia grave di privarsi, cambian-
dolo con altri duplicati che la Signora le manderebbe, mi valgo
di questa occasione per rinnovarle la memoria dell’amicizia
ch’Ella mi concedè nel tempo che ci trovammo insieme in Bolo-
gna. E mentre da un lato la prego a volermi favorire in modo,
che io possa per mezzo suo soddisfare in qualche parte al desi-
derio della Signora, del che le sarei veramente grato; desidero
da un altro canto che Ella mi porga occasione di servirla qui
in Firenze, e di mostrarle col fatto in quanto pregio io tenga,
siccome ho sempre tenuto, l’amicizia sua. Perdoni la libertà che
mi prendo, mi voglia bene, se non me ne crede indegno, e m’ab-
bia costantemente per suo
drho obblmo servitore ed amico
Giacomo Leopardi
Firenze 26 maggio 1831
Mio carissimo amico,
Vi ho scritto per la posta, due o tre settimane sono. Ora
profitto di un’occasione che mi si presenta per mandarvi qual-
che osservazioncella filologica che già da più mesi ho fatta
estrarre da’ miei Pensieri. Sono bagatelle assai miserabili, e voi
ne avete già più che non vi bisogna. Ma in fine ho voluto che
tutte le mie scempiaggini filologiche si trovassero riunite presso
di voi.
Una Dama bellissima e gentilissima, (anzi la bellezza e l’ama-
bilità stessa) mi prega a proccurarle degli autografi (voglio dire
lettere, biglietti, o altri piccoli scritti) di persone distinte in let-
teratura o in politica o in armi ec. ec., antiche o moderne, morte
o viventi: nel qual genere questa Dama ha già una bella colle-