/ione. Potreste voi favorirmi in questa cosa? io ve ne sarei estre-
mamente riconoscente.
Il Sig. Castelnuovo che s’incarica di recarvi questo piego,
si tratterrà costì forse 30 o 40 giorni; dopo di che sarà di ritorno
in Italia.
Rosini vi ringrazia della memoria che conservate di lui, e,
quando sarà tempo, vi scriverà circa la Luisa Strozzi, la quale
per ora dorme, attese le circostanze attuali della letteratura.
Datemi le vostre nuove, vi prego; parlatemi molto dei vostri
studi, de’ vostri pensieri, e de’ vostri progetti; e, ricordatevi
spesso del vostro Leopardi, che non vi dimentica mai, e che vi
amerà finché avrà vita. Addio.
1621. |
Di Antonietta Tommasini. |
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Mio Caro Leopardi
Mi è di grandissimo conforto qualunque volta ricevo le vostre noti-
zie, mi gode pur l’animo dandovi le mie. Ma questa consolazione mi
venne tolta da gravissime circostanze, siccome quella d’avere avuto
mio marito gravemente ammalato per più di tre mesi di febbre catar-
rale che tenne i medici incerti del fine cui riuscir dovesse. Ed in que-
sto mezzo io pure ammalai di acutissima infiammazione al capo; venu-
tami certamente per mancanza di riposo, ma più ancora dal continuo
pianto e dal grave timore di perdere il compagno di mia esistenza, che
mi fu sempre affezionato consorte, e qual padre amoroso ed amico.
Non m’è dato il dirvi quanto io fossi infelice!... Cominciava il mio
animo a godere della guarigione di mio marito, quando accadde anche
nella patria mia uno di quegli avvenimenti, che traggono molti ad ope-
rare inavvedutamente. Così venne fatto da molti amici nostri, i quali
gemono oggi sotto il peso di funeste disgrazie. Non accusate me, mio
ottimo amico, del lungo silenzio, ma le cagioni che mi vi costrinsero
senza le quali non saprei perdonare a me medesima. Giordani mi ha
fatta avvertita più volte che assai soffrite occupandovi nello scrivere.
Dimentica però oggi di cotesta cosa, non do ascolto che al desiderio