Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/562

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/ione. Potreste voi favorirmi in questa cosa? io ve ne sarei estre- mamente riconoscente. Il Sig. Castelnuovo che s’incarica di recarvi questo piego, si tratterrà costì forse 30 o 40 giorni; dopo di che sarà di ritorno in Italia. Rosini vi ringrazia della memoria che conservate di lui, e, quando sarà tempo, vi scriverà circa la Luisa Strozzi, la quale per ora dorme, attese le circostanze attuali della letteratura. Datemi le vostre nuove, vi prego; parlatemi molto dei vostri studi, de’ vostri pensieri, e de’ vostri progetti; e, ricordatevi spesso del vostro Leopardi, che non vi dimentica mai, e che vi amerà finché avrà vita. Addio.

1621. Di Antonietta Tommasini.
Parma i.° Giugno 1831.

Mio Caro Leopardi Mi è di grandissimo conforto qualunque volta ricevo le vostre noti- zie, mi gode pur l’animo dandovi le mie. Ma questa consolazione mi venne tolta da gravissime circostanze, siccome quella d’avere avuto mio marito gravemente ammalato per più di tre mesi di febbre catar- rale che tenne i medici incerti del fine cui riuscir dovesse. Ed in que- sto mezzo io pure ammalai di acutissima infiammazione al capo; venu- tami certamente per mancanza di riposo, ma più ancora dal continuo pianto e dal grave timore di perdere il compagno di mia esistenza, che mi fu sempre affezionato consorte, e qual padre amoroso ed amico. Non m’è dato il dirvi quanto io fossi infelice!... Cominciava il mio animo a godere della guarigione di mio marito, quando accadde anche nella patria mia uno di quegli avvenimenti, che traggono molti ad ope- rare inavvedutamente. Così venne fatto da molti amici nostri, i quali gemono oggi sotto il peso di funeste disgrazie. Non accusate me, mio ottimo amico, del lungo silenzio, ma le cagioni che mi vi costrinsero senza le quali non saprei perdonare a me medesima. Giordani mi ha fatta avvertita più volte che assai soffrite occupandovi nello scrivere. Dimentica però oggi di cotesta cosa, non do ascolto che al desiderio