di un Giornale settimanale. Prendendo a mio carico tutta la
compilazione, io riceveva 50 francesconi il mese. Di questa
somma (assai larga) pagando i compilatori, forse un terzo sarebbe
potuto rimanermi. Di più, avrei ricevuto il terzo dell’utile netto
dell’impresa, il quale si calcolava che dovesse essere molto grosso.
Stesi e sottoscrissi il manifesto: fu steso il contratto in carta
bollata. Il governo, per motivi che ho poi capiti,3 e che tu non
puoi indovinare, decise nel consiglio de’ Ministri di rigettare
il manifesto. Non fu gran disgrazia per me, che sapevo già che
la mia salute mi avrebbe lasciato andare pochissimo avanti; la
mia intenzione era di far del bene ad alcuni amici avviando il
Giornale; il che fatto, e fondato questo stabilimento che tutti
predicevano assai lucroso, avrei lasciata ogni cosa a loro.
Dì a Ruggiero'1 che il libro da lui desiderato, non si trova
più vendibile; che non gli ho risposto direttamente, perchè non
iscrivo senza gran fatica e danno della vista.
Quanto ai Giornali di Francfort, Vieusseux trova che il prezzo
di 94 paoli a Bologna, non è punto esagerato, stante la gravezza
dei porti. Dice che il mezzo più economico e più sicuro, e di
cui si serve egli stesso, è di scrivere all’I. R. Direzione delle Poste
di Verona, che ti associ dirittamente p[er] Recanati; che per
questo mezzo arrivano i fogli anche più solleciti.
Addio, Pilla mia. Prega Dio per me, e voglimi bene. Bacia
la mano al Papà e alla Mamma, e abbraccia Carlo e Pietruccio.
26 Giugno
Recanati 26. Giugno 1832. |
Cugino Carmo.
Quanto graditissima mi sia giunta la vostra dei 14. corrente, altret-
tanto dispiacentissimo io sono per trovarmi nella circostanza che la
pma volta in cui veggo i vostri caratteri non posso adempiere al piace-
vole incarico di che m’incombensate. Fino dagli 8. dello spirante mese