Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/707

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Di M. de Mourawieff non ho potuto raccorre altre notizie, se non che egli, colla sua famiglia, è ancora a Napoli, dove pare che si fermerà. Vieusseux non ne ha nuove. Il suggellar con cera nera, è stato un puro caso, ed io vi rin- grazio della vostra amorevole domanda in tal proposito. Addio, carissimo amico. Fate dunque un buono e lieto viag- gio, e portate con Voi, se è possibile, la memoria del vostro Leo- pardi. Da Roma non ho ancora risposta circa le questioni che Voi sapete. E incredibile la pigrizia e la nullità di quella gente. Addio, amatemi sempre, e scrivetemi. Vostro cordialissimo amico Leopardi. Vi mando sotto fascia un esemplare del T. Tasso di Rosini.

1775. A Monaldo Leopardi.
Firenze 14 Agosto 1832.

Mio caro Papà. Prevalendomi del permesso da Lei datomi nella carissima sua dei 4,1 ho tratto oggi una cambialina di 24 francesconi a 20 giorni data sopra il Sig. Luigi Giambene Segfio genie delle poste pontificie, il quale mi farà il piacere di accettar- la, ed al quale ho acclusa una letterina a Lei diretta (per esserle da lui spedita) dove la prego di fargli pervenire quella somma pri- ma della scadenza. Varrà quella somma, se cosi le piace, per le me- sate di Agosto e Settembre. Io ho già esatto qui, com’Ella inten- de, il danaro dal banchiere a cui ho consegnata la cambialina. Godo di sentire ch’Ella sia così occupata, come mi scrive, poiché questa occupazione mi è annunzio di suoi nuovi lavori. Ha Ella mai veduta la ristampa de’ Dialoghi fatta in Toscana? Io vidi, al suo passaggio da Firenze, il famoso abate La Men- nais, abilissimo parlatore. Del permesso ch’Ella mi ha dato, e della bontà e cordia- lità che sempre mi dimostra, io le rendo quelle sterili grazie