Di M. de Mourawieff non ho potuto raccorre altre notizie,
se non che egli, colla sua famiglia, è ancora a Napoli, dove pare
che si fermerà. Vieusseux non ne ha nuove.
Il suggellar con cera nera, è stato un puro caso, ed io vi rin-
grazio della vostra amorevole domanda in tal proposito.
Addio, carissimo amico. Fate dunque un buono e lieto viag-
gio, e portate con Voi, se è possibile, la memoria del vostro Leo-
pardi. Da Roma non ho ancora risposta circa le questioni che
Voi sapete. E incredibile la pigrizia e la nullità di quella gente.
Addio, amatemi sempre, e scrivetemi.
Vostro cordialissimo amico
Leopardi.
Vi mando sotto fascia un esemplare del T. Tasso di Rosini.
1775. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio caro Papà. Prevalendomi del permesso da Lei datomi
nella carissima sua dei 4,1 ho tratto oggi una cambialina di 24
francesconi a 20 giorni data sopra il Sig. Luigi Giambene Segfio
genie delle poste pontificie, il quale mi farà il piacere di accettar-
la, ed al quale ho acclusa una letterina a Lei diretta (per esserle
da lui spedita) dove la prego di fargli pervenire quella somma pri-
ma della scadenza. Varrà quella somma, se cosi le piace, per le me-
sate di Agosto e Settembre. Io ho già esatto qui, com’Ella inten-
de, il danaro dal banchiere a cui ho consegnata la cambialina.
Godo di sentire ch’Ella sia così occupata, come mi scrive,
poiché questa occupazione mi è annunzio di suoi nuovi lavori.
Ha Ella mai veduta la ristampa de’ Dialoghi fatta in Toscana?
Io vidi, al suo passaggio da Firenze, il famoso abate La Men-
nais, abilissimo parlatore.
Del permesso ch’Ella mi ha dato, e della bontà e cordia-
lità che sempre mi dimostra, io le rendo quelle sterili grazie