Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/812

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Queste io le credo più necessità del secolo che felicità, perchè la società umana, come l’uomo, ha legge di vivere, e quando un modo le manca, quando un elemento di coesione si discioglie, l’uomo, anche senza volerlo o saperlo, ne fabbrica un altro. E il credere alla beatitudine di questa nuova composizione è stimolo all’operare, e questa credu- lità della perfezione immancabile e imminente dell’opera sua, stoltezza organica d’ognuno che fa. Il mondo a un bel circa sarà lo stesso, gli sbocchi del male non si potranno mai nè tappare nè restringere, ed i beni materiali diffondendosi, non per questo aggiugneranno, io credo, pure un atomo alla massa della felicità umana. E in tutto il dimenarsi di questo secolo, se v’è qualcosa di buono, la pedanteria de’ nostri professori di civil sapienza, la rende intollerabile. Le quali teoriche da me con voce esile, pur talvolta messe fuori, di già mi minacciano le bastonate de’ perfettibili. Ma se vedrò il bastone in aria, mostrerò i vostri be’ versi e griderò: fermate; perchè io non sia calpestato come un povero cadavere in mezzo ad un campo di battaglia. E poi bene- dico il bel clima di Napoli, che vi dà salute quanta non poteva al certo darvene l’aria mefitica di Firenze. Salutatemi il Ranieri carissimamente. Del suo bel lavoro storico, non ebbi mai altro che i due primi fascicoli,2 benché rispondendogli, vivamente lo sollecitassi a mandarmi il rimanente. Ed io se qualcosa lavoro, sono tutto alla storia. Ma quella sua, mi parve cosa degna, e come tale desidero vederla compiuta e temo forse non la mia lettera andasse in sinistro. Vi prego fargli questa ambasciata, e pregarlo che mi rimetta in giorno, e poi voglia regolare la spedizione. E voi prego d’amarmi e credermi sempre Vro Servo ed amico Gino Capponi

1918. A Monaldo e Paolina Leopardi.
Napoli 4 Die. 1835.

Mio caro Papà Ho pagato ancor io il mio tributo alla stagione cattiva, con una costipazione, che sarebbe stata malattia molto leggera, se non fosse stata accompagnata da copiose e non opportune emor- ragie dal naso, che mi hanno lasciato un certo abbattimento,