Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/847

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(dico a Napoli) la malattia pareva quasi cessata; ma in questi ultimi giorni la mortalità è rialzata di nuovo. Io ho notabilm. sofferto nella salute dall’umidità di questo casino nella cattiva stagione; nè posso tornare a Napoli, perchè chiunque v’arriva dopo una lunga assenza, è immancabilmente vittima della peste; la quale del rimanente ha guadagnato anche la campagna, e nelle mie vicinanze ne sono morte più persone. Mio caro Papà, se Iddio mi concede di rivederla, Ella e la Mam- ma e i fratelli conosceranno che in questi sette anni io non ho demeritata una menoma particella del bene che mi hanno voluto innanzi, salvo se le infelicità non iscemano l’amore nei genitori e nei fratelli, come l’estinguono in tutti gli altri uomini. Se morrò prima, la mia giustificazione sarà affidata alla Provvidenza. Iddio conceda a tutti loro nelle prossime feste quell’allegrezza che io difficilmente proverò. La prego di cuore a benedire il suo affmo figlio Giacomo. Le ultime nuove di Napoli e contorni sul choléra, oggi, 15, sono buone.

1950. Di Raimondo Gozani.
[Roma 12. Xbre 1836]

Cmo Amico. Io vivo nella più grande agitazione sul conto di Ranieri. Reduce dal Piemonte, quindici giorni sono, trovai in Roma una sua lettera nella quale mi dava notizie del morbo, ora la Dio mercè vicino a sparire da Napoli. Io mi affrettai a riscontrar questa sua lettera, ed un’altra poco dopo gliene scrissi raccomandandomi in entrambe con tutto il calore della amicizia che per lui sento, affinchè mi desse pun- tualmente sue notizie. Tutto è stato vano; nulla io ho più potuto sapere, e voi dovete ben comprendere quanto questo silenzio mi tenga in apprensione. Or dunque. Voi che convivete con il medesimo, mi fate lo squisito favore di farmene a posta corrente conoscere qualche cosa. Io ve ne sarò grandemente obbligato. Conservatemi e credetemi il vostro affmo Amico Raimondo Gozani Roma 12. Xbre