potetti avere non essendo ancora legato, lo mandai tale quale
si trovava, perchè se avessi aspettato il legatore, avrei dovuta
perdere l’occasione che allora mi si offeriva. Spero che l’abbiate
già ricevuto, e nello stesso piego avrete trovato otto quaderni
della Storia di Ranieri,2 che l’autore vi prega di gradire in
segno della sua stima e che io desidero che mostriate a Gior-
dani ed a Maestri che me ne dimanda. Era pubblicato anche
il nono quaderno, ma salvo poche copie già dispensate, nessuna
se n’è potuta salvare dal sequestro che i preti hanno fatto fare
dell’opera. Avrete trovato anche il primo volume di un romanzo
dello stesso3 che nè pure ha potuto continuare a stamparsi.
Giordani e voi siete padroni di tutte le poche e povere cose
mie stampate e non istampate. Ma se dovessi scegliere io, con-
verrebbe che sapessi di che genere abbia a essere la collezione
che dite che Giordani vuol pubblicare. Di qualunque delle tre
operette nuove nominate nella notizia premessa al secondo
volume, che vi ho mandato, delle mie così dette opere, Gior-
dani può disporre a suo grado, perchè anche quell’edizione è
stata interdetta qui dai preti e non si continua. Se volesse cose
inedite in versi, anche potrei mandargliene; ma se cotesta cen-
sura è scrupolosa in materie teologiche, sono certo che nessuna
mia cosa inedita si potrà stampare costì.
Addio, mia cara Antonietta. Salutatemi infinitamente Tom-
masini e ricordatemi ad Emilietto. Dall’acclusa, che vi prego
di dare all’Adelaide,'1 conoscerete per qual ragione io abbia tar-
dato finora a rispondere alla vostra del 21 di marzo. Datemi
le vostre nuove e de’ vostri, e vogliatemi bene. Addio, addio.
Il vostro Leopardi
1966. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio carissimo papà
Ella stenterà forse a crederlo, ma la sua carissima de’ 21 di
marzo,1 segnata qui con la data del primo di aprile, mi fu man-