Pagina:Mattielli - Della vita e degli scritti di Gian Giacomo Mazzolà, Padova, Sicca, 1846.pdf/11

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giorni; mentre, per quanto mi fu concesso di rilevare, se morte non lo avesse còlto nel meglio delle pensate speranze, noi avremmo sopra questo argomento un’Opera degna dell’alto suo ingegno 2.

Invitiamo, o tenero Amico, invitiamo noi stessi e tutti i giovani Medici ad ammirare i nobili esempi di Gian Giacomo Mazzolà, e a tener fermo nell’animo che il profitto dei buoni ed utili studj armonizzando con l’interezza del cuore, basta per l’età in cui viviamo, basta per le future: mentre gli uomini del nuovo secolo non solo riverentemente salutano quei grandi già conosciuti dei secoli che tramontarono; ma con amore caldissimo, con solerte pazienza e con perseveranza costante richiamano dal silenzio gelido della tomba ed onorano di monumenti coloro che bene meritarono dell’umanità, e dei quali l’ingiusta noncuranza dei contemporanei, l’invidia, od altre cause oscure e meschine, o il desiderio modesto di tenersi celati, non acconsentirono alla fama di conservarne i nomi, che pur n’erano tanto degni.


Gian Giacomo Mazzolà, di nobilissima stirpe, naque a Padova il 29 Maggio 1753. Giacomo pure diceasi il padre di lui, e Caterina Pasini la madre: avventurati oltre ogni dire, perchè fin dal momento in cui a’ loro occhi soavemente sorrise questo pargolo desiderato, provarono una possente e indefinita dolcezza, alimentatrice delle più belle e serene speranze. La fanciullezza del nostro Mazzolà fu delizia,