Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/245

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modo che non era nè pedante, nè grossolano. Si infervorava, parlandole di quelle cose che per lui erano intimamente collegate alla forza, all'ardore della sua vocazione; i suoi accenti assumevano una specie di schietta e virile energia, in cui vibrava come un'eco lontana di passione invincibile.... La scena era bella, infinita, davanti a loro. Milla respirava a pieni polmoni l'aria calma e libera della pianura, e si compiaceva d'interrogare Drollino su quanto le cadeva sott'occhio.... Altre volte invece la Duchessa non si sentiva disposta a parlare, ed essi percorrevano in silenzio lunghi tratti di via, al galoppo, mentre lo scalpitìo dei loro cavalli risuonava così unito, così uguale sul terreno da parere il ritmo affrettato d'un ritornello senza fine.

Milla aveva preso a voler bene a Mia; le portava dello zuccaro e l'accarezzava di frequente. E a Drollino succedeva qualche volta, dopo aver ricondotta la cavalla in scuderia, di rimanere per lungo tempo immobile, collo sguardo fisso, colla