Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/44

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Invece erano bastati sei o sette anni per arrivare a tal punto.

Il dramma non poteva essere più semplice ed oscuro, un vero naufragio d’insetto in una goccia d’acqua piovana, fra due selci di strada.

Nullameno l’espiazione superava di troppo il peccato. Perchè morire, come nelle più alte tragedie, per una bagattella di cambiale, che la vendita del podere avrebbe sempre potuto saldare? Per lo meno ciò era altrettanto assurdo che ingiusto. Tutta la sua stessa onestà protestava contro un simile trattamento: morire! come? perchè? quando? La risoluzione sul modo sarebbe stata la vera decisione sulla cosa: come morire? Egli non lo capiva ancora, benchè i ricordi di molti altri suicidi gli mostrassero la tragica molteplicità delle varie maniere, tutta una visione lontana, nella quale l’anima non voleva istintivamente entrare. Forze più vive e misteriose la tiravano indietro nel passato, fra quadri domestici e campagnuoli, sotto il sole, in mezzo a brigate chiassose, a caccia, a teatro, nella intimità della sua casa colla moglie e i bambini. Egli non era nato per altro; le grandi emozioni, le imprese difficili non le comprendeva nemmeno abbastanza per ammirarle davvero, ma piuttosto le giudicava col volgo un romanticismo di teste stravaganti, salvo a consentire nel loro trionfo, e a giudicarlo un risultato dovuto ad un’altra categoria di gente, colla quale nè egli nè i suoi pari avrebbero mai a trattare. Così, riuscendo a trarsi da quell’impiccio, avrebbe poi finito come tutti gli altri in qualche impiego per mandare avanti la casa ed istruire i bambini. Tale quadro consolante gli appariva in una limpidezza di aurora con particolari quasi fragranti;