Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/75

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prima, anzi gli occhi gli si tornavano a gonfiare. Quindi si rimise la camicia del giorno innanzi cogli stessi abiti.

— Ma come! — esclamò Caterina rientrando nella camera, dopo aver lasciato il caffè a precipitare lentamente entro la cocoma sul focolare della cucina: — non ti cangi il vestito? Hai ancora la camicia di ieri, oggi che è domenica.

Egli alzò le spalle, ma l’altra insisteva.

— Che importa?

— Lo hai sempre fatto tutte le domeniche.

— Non lo farò più.

— Che cosa?

Per non spiegarsi egli tentò di sorridere scrollando la testa; però pensava che altri, vedendolo a quel modo, poteva fare la stessa osservazione di Caterina.

Dovette andare con lei in cucina a prendere il caffè. Sul fornello fumava la pentola, una coscia di capretto infilata nello spiedo stava entro un piatto sulla tavola, poichè in casa non avevano gatti; era questa una mania di Caterina.

— Oggi Anastasia farà anche una piccola zuppa inglese per i bambini; avranno quest’altro piacere, dopo quello degli abitini nuovi.

E la mamma sorrideva contenta nel pensiero della sorpresa, alla quale i piccini avrebbero battute le mani a tavola gridando.

Poi l’interrogò sulla gita a Bologna: come mai aveva potuto fare tanto tardi? Che cosa era successo?

— A proposito, aspetta: me n’ero scordata.

E scappò, ritornando indi a poco colla faccia attonita.