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nezza, Consule Planco1. Già, quell’anno che Planco era console, Orazio aveva venti tre anni. Diciotto anni erano corsi da allora, diciotto anni di lavoro e di gloria. Dentro essi pubblicò per mezzo dei fratelli Sosii un primo libro di Sermoni, l’Epodon, il secondo libro dei Sermoni. In questo anno 730 diede fuori tre libri di Carmina. Nel distribuire e disporre le odi non fece tutto a caso. Le prime nove odi del libro primo sono in nove metri diversi: saggio della varietà del libro e omaggio alle Muse. Le prime tre sono consacrate a Maecenate, ad Augusto, a Vergilio. Vi è anche traccia d’un ordine per il quale a capo e in fine di gruppi di nove odi starebbe una poesia sapphica, poichè sapphica è la seconda e la decima, la dodicesima e la ventesima, la vigesima seconda e la trentesima, la trentesima e la trigesima ottava. Dopo l’ode di proemio, la prima del libro è una sapphica, una sapphica l’ultima. Il secondo libro è il libro degli amici. Maecenate che è il più diletto, ha tre odi: dieci altri, una ognuno. Le prime tre odi sono dedicate ad Asinio Pollione, Sallustio Crispo e Dellio, tre potenti. Al complesso di tutti i tre libri pose un proemio e un epilogo, nello stesso metro. Nel proemio parla dell’edera, di lauro nell’epilogo. Poichè anche il libro secondo si conchiude con un’ode in cui si ripromette l’immortalità, e questa ode, che è la ventesima, è dedicata a Maecenate, come la prima e la ventesima del primo, e poichè fra il terzo e i due primi libri si trovano alcune leggiere differenze di lingua e di metro, alcuni credono che i primi due fossero dati

  1. Vedi le odi raccolte sotto il titolo, XI. Per Augusto.