Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/111

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ro che Allah mi vorrà perdonare. Ma non è ancor troppo tardi per rimediare alla mia negligenza; e non appena avrò dato al re un pizzicotto o due, così da svegliarlo abbastanza perchè cessi dal fare quell’orrendo rumore, ti intratterrò, (e anche lui se ne avrà voglia) col seguito di questa notevolissima storia».

Al che la Sorella di Sherazade secondo mi risulta dall’Isitsoornot, non diede segni di una gioia particolarmente intensa; ma il re, sufficientemente pizzicato, cessò infine di russare, e finalmente disse, «Hum!» e poi «Hoo!»; e la regina, interpretando queste parole (che sono senza dubbio arabe) nel senso che egli era estremamente attento, e che avrebbe fatto del suo meglio per non russare più — la regina, dico, avendo sistemato queste cose con sua soddisfazione, riprese così, senz’altro, la storia di Sinbad il marinaio:

«Infine, nella mia vecchia età (queste sono le parole dello stesso Sinbad, almeno così le spacciò Sherazade), infine, nella mia vecchia età, e dopo aver goduto molti anni di tranquillità al mio paese, ricominciai a essere tormentato dal desiderio di visitare contrade straniere; e un giorno, senza partecipare il mio disegno a nessuno della famiglia, feci alcune balle di mercanzie tra le più preziose e meno ingombranti, e, af-