Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/119

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avventure di Sinbad. Debbo dirvelo, le trovo estremamente appassionanti e strane?»

Il re essendosi in tal modo espresso, la bella Sherazade, ci dicono, riprese la sua storia nei seguenti termini:

«Sinbad continuò così la sua narrazione: Io ringraziai l’uomo-bestia per la sua bontà, e tosto mi trovai come a casa mia sul dorso del mostro, che nuotava a velocità prodigiosa traverso l’oceano; sebbene la superficie di questo, in quella parte del mondo, non sia affatto piatta, ma rotonda come un melograno, così che andavamo ad ogni momento all’insù o all’ingiù.

«Questo, secondo me, è molto singolare» interruppe il re.

«E tuttavia, è prefttamente vero» replicò Sherazade.

«Ho i miei dubbi» riprese il re; «ma, vi prego, vogliate continuare la vostra storia.»

«Va bene» disse la regina. «Il mostro, continuò Sinbad, nuotava, come ho riferito, all’insù e all’ingiù, sin che, alla fine, arrivammo ad un’isola, di molte centinaia di miglia di circonferenza, ma che, tuttavia, era stata costrutta da una colonia di piccoli esseri simili a bruchi» 1.

«Hum!» disse il re.

«Lasciando quest’isola» disse Sinbad (poi-

  1. I coralli.