Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/131

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tura che svergognò persino il genio di colui che l’aveva fatta, perchè tanto grandi erano le sue facoltà ragionatrici che, in un secondo, compiva dei calcoli di tale portata che avrebbero richiesto il lavoro riunito di 50.000 uomini di carne e ossa durante un anno 1. Ma uno stregone ancor più stupefacente si foggiò una potente creatura che non era uomo nè bestia, ma che aveva un cervello di piombo, frammisto a una sostanza nera simile a pece, e delle dita che impiegava con tale incredibile velocità e destrezza da copiare senza fatica ventimila copie del Corano in un’ora; e questo con sì squisita precisione, che in tutte le copie non se ne troverebbe una diversa dall’altra nel modo più impercettibile. Questo congegno era di forza prodigiosa, tanto da innalzare o rovesciare i più potenti imperi in un soffio; ma il suo potere si esercitava tanto in male che in bene.»

«Ridicolo!» disse il re.

«In mezzo a questa nazione di negromanti ve n’era anche uno che aveva nelle vene il sangue di una salamandra; poichè non aveva scrupolo di sedere a fumare la sua pipa in un forno ardente 2, sin quando il suo pranzo fosse arrostito sul pavimento. Un’altro aveva la fa-

  1. La macchina calcolatrice di Babbage.
  2. Chabut, e centinaia d’altri dopo di lui.