Pagina:Racconti storici di Giambattista Bazzoni, Milano, Omobono Manini, 1832.djvu/118

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sione d’una beffarda ironia, poichè partiva da un’anima la più altera, fraudolente e maligna.

Al bisbigliare che questi fece alcuni motti interrotti, Filippo Maria alzò lo sguardo a mirare con affettuosa significazione la Contessa Beatrice, la quale già da alcun tempo teneva rivolte su di lui le pupille.

Ella abbenchè avesse varcati gli otto lustri serbava ancora molta venustà e grazia di forme; alla snellezza e giovanile vivacità suppliva in lei un non so che di gentile e soave nel portamento, ed una agevolezza di moti nè forzata, nè stanca. Aveva candida carnagione; le sue treccie state del colore dell’oro s’erano alquanto abbrunite, ma tuttavia liscie e voluminose le ornavano il capo, commiste a fregi di perle; molte file delle quali insieme ad altre preziose gemme le guernivano la serica veste che era di fondo nero rabescata a rilievo da più oscuri fogliami. I suoi occhi azzurri spiravano un certo molle e tenero abbandono, lo che formava pure il carattere principale di sue fattezze, ma ciò non escludeva però in essa al-