Pagina:Rapisardi - Opere, II.djvu/496

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Canto Decimo. |||
 Pag. 209

Botjt» U Dott*.» l’Ero* rwtt smarrito oelll foresu, dorè prova le •offerente dell’aaaiui satar*. Lotu con an giaguaro, di eoi rimasto vineitore. abbaadonaai al aonno. Iddio, vedendo nffannoeo e ferito il no arvenario, erede agerole imprwn 11 domarlo. Laaoia il Ietto. eaTnlen l’aaino di Betlem. e aetnde in terra. Trova Lariflno. e etna da prima con laperbe parole, poi con astate p l’o m iwa Teaire a patti; ma qneati tien fermo, e lo eaeeia da tè aeeitenette. Liberatoai indi a poco dslla foresu è «^Hnln dalla povera Sara. La aehiava nera • Io aeiiiavo blaaeo.

Canto undecimo |||
 Pag. 239

Canto siriulia: le tre dviltà; l’Alighieri; I’ nlllma KO^rra «li indipendenza; l’oeaario di Solferino; il traforo del Cenisio. Lneifero arriva; apoatrofa al Po; leende In Toscana; è ricevoto nella casa d’ Bgeria. dove si adunano i pib famosi genj dell’Arte moderna. La éoaae emaneipate; il filologo Maerloo: un poeta demagogo; in commentatore di Dante; Delio gazlettiere

il gangetieo Assalonne. Il poeta Olimpio e la sua

dama. Lacifero. erednto spiritista. Unge evocar l’ombra del divino poeta; il qnale fnlmiaa sdegnosamente poeti svenevoli e atrabiliari. drammaturghi da scuola e da piazza, musici intronatorl ed istrioni bastardi. Olimpio, che se n’offende, sfida l’eroe a un duello; ma questi rlfluta con parole di superbo disprezzo.

Canto Duodecimo |||
 Pag. 279

Lucifero giunge in Roma. La breeeia di Porta Pia. La festa del Coloaaèo. Voce d’Isdrael. Voce di Numi. Voce di Sacerdoti. Voce di Santi. Voce di Diavoli. Voce del Tevere. Voce della Savoja. Voce della Corsica. Voce dell’Istria. Voce di popoli slavi. Voce della Germania. Spavento dei beati alla nuova die Lucifero è in Soma. Santa Caterina rimproverandoli acerbamente, si offre di scendere in terra e di piegare con la sua eloquenza il nemico. Iddio, benché dubbioso del buon successo, glielo permette. Mentre ella ai dispone a partire. Santa Teresa dà scandaloso spettacolo della sua pazzia.