Pagina:Relazione 28 febbraio 1861 (Comitato Nazionale di Fano).djvu/8

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dell’entusiasmo, che colla forza e la disciplina degl’ordini. Colpa non tutta nostra; conseguenza piuttosto delle artificiali barriere colle quali i despoti ci impedivano l’intenderci e perfino il conoscerci; della raffinata corruzione colla quale, per averci docili e sommessi, ci snervavano di mente e di corpo; delle inumani e sanguinose torture colle quali inasprendo la natìa dolcezza e offuscando la fredda ragione ci istillavano nel cuore aspri e feroci propositi di vendetta, ci faceano sfiduciosi, sofistici, insofferenti, ribelli a tutto che si chiamasse autorità, ordine, giustizia, giacchè da tempo immemorabile per noi giustizia voleva dire arbitrio, ordine oppressione, autorità dispotismo.

Il nemico ebbro per la vittoria si riversava sulle nostre città, e più conseguente di noi, che tuttavia astiosi seguitavamo a farci vicendevole rimprovero della sofferta iattura, egli ci confondeva tutti in un fascio; ci sprezzava e perseguiva tutti egualmente, moderati o esaltati, bianchi o rossi, costituzionali o repubblicani; e senza distinzione alcuna gettava lo scherno e l’obbrobrio sui nostri martiri comunque e dovunque immolatisi per l’Italia; a Roma come a Novara, a Venezia come a Milano, a Napoli come in Sicilia, per la Croce di Savoja come pel berretto Frigio, nell’esilio, nel carcere o sul patibolo. — Aspra, ma salutare lezione, che portò i suoi frutti. Non così fiera era stata mai la caduta; ma ognuno dovea farne suo prò per maturare una riscossa non mai così unanime, così risoluta.

Un sol Principe dei nostri, colpito nei più cari affetti di figlio e di Sovrano, un solo, dopo aver strenuamente resistito, vinto ma non umiliato, tenne alta ancora la bandiera d’Italia in faccia all’oste nemica che, cacciato suo padre, occupava prima il piccolo Stato, poi lo accerchiava per 10 anni con una selva di baionette. Egli solo restava fedele e costante alle sue regali promesse in faccia allo spergiuro, al tradimento degli altri tutti, compreso l’infallibile e il santo di Roma. Egli solo, sapientemente temporeggiando, raccoglieva e difendeva le vittime loro, tornati d’un tratto mancipii e satelliti dello straniero, e colle poche armi ma forti, coi prudenti consigli ma schietti, mantenea viva e brillante la sacra scintilla, da cui, giunta l’ora, divampasse non più struggitrice, ma ordinatrice e purificatrice l’Itala fiamma.