Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/139

Da Wikisource.

la conversazione s’ingrossa 83

Le donne intanto ridevansi di questi frizzi, e ubbriache baciaronsi, l’una esaltando nell’amica la diligenza di una madre di famiglia, e l’altra la delizia e la bontà del marito. Mentre così stavano abbracciate, Abinna levossi pian piano, e presa Fortunata pei piedi rovesciolla sul letto. Ah, ah! gridò ella, sentendosi la gonna rialzata al di là de’ ginocchi; e indecentemente in grembo a Scintilla nascose il rossor della faccia, coprendola col fazzoletto.

Poco dopo avendo Trimalcion comandato che si portasse il secondo servizio, i servitori levaron tutte le mense, e ne portaron dell’altre, spargendo limatura tinta di zafferano e di minio, e sottil polvere di pietra speculare,79 locchè io non aveva più veduto.

Tosto Trimalcione soggiunse: io potrei esser contento di quanto si è mangiato; ma poichè la tavola è rimessa, se nulla hai di buono, porta.

Intanto il donzello d’Alessandria, che distribuiva l’acqua calda, prese ad imitar l’usignuolo. Ma Trimalcione gridò: si cangi; ed ecco farsi un'altro gioco: lo schiavo, che sedeva ai piedi di Abinna, stimolato, credo io, dal suo padrone, diessi tutto ad un tratto a cantare:

Intanto Enea spinto dal vento in alto
Veleggiava a dilungo ecc.

Giammai peggior suono mi percosse gli orecchi, perchè oltre ai strafalcioni di quel barbaro, e la voce ora bassa, or falsetta, ei vi mischiava de’ versi comici, cosicchè fu allora la prima volta, che mi dispiacesse Virgilio. Quando finalmente per istanchezza ei si tacque, Abinna disse: non è egli vero che costui impara? Altre volte io udia che bisognava mandarlo ai circoli; pur vedete ch’ei non ha pari, o imiti egli i vetturini, o i saltimbanchi. Egli è poi ingegnosissimo, quando non ha un soldo;