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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

riche e di ragioni; da che l’interprete coetaneo dell’Autore ha serbato memorie esattissime della violenza di Corso Donati ai voti della sorella; il che insieme corrobora l’altro avverti- mento perpetuo in questo Discorso : - che la storia non es- sendo stata sino ad oggi applicata con diligenza a un Poema essenzialmente storico, molte chiose da lungo tempo hanno pervertito il Poema insieme e la storia, e addensate tenebre a tenebre intorno al secolo ed alla mente di Dante. - Francesco Accorso, giurisconsulto, era morto da forse vent’anci, allorché Dante trovò Piccarda fra 1’ ombre ’. IS’è senza l’acume del Lom- bardi quella leggenda sarebbe bastata; poiché la fanciulla , prendendo il velo, aveva per rito monastico mutato nome , e fu po.-;cia chiamata la beata Costanza: e anche il primo nome, le fu alterato in Riccarda: e i nomi di tutti gli altri perso- naggi fatti anch’ essi latini e bastardi, avrebbero cospirato a far tenere ogni cosa per favola, e a rigettare l’unica interpre- tazione che addita il perchè Dante introduca la monacella nel suo Poema, e la nomini in tre luoghi diversi. L’Anonimo narra: - « Piccarda, suora del detto Forese e di messer Corso Do- » nati, e figliuola di messer Simone, essendo bellissima fan- » Giulia, drizzò l’anima sua a Dio , e feceli professione della i> sua virginitade ; e però entrò nel monastero di santa Chiara, » dell’Ordine de’ Minori. E però che li detti suoi fratelli l’ave- » vano promessa di dare per moglie ad un gentiluomo di Fi- » renze, nome Roselino della Tosa, la cosa pervenuta alla no- » tizia di detto messer Corso, ch’era al reggimento della città » di Bologna, ogni cosa abbandonata, ne venne al detto mo- y> nastero ; e quindi per forza, contro al voler della Piccarda, » e delle Suore e Badessa, del monastero la trasse; e eontra » suo grado la diede al detto marito : la quale immantinente » infermò *. - Fu la sua vita poca, e a lei nojosa; ma tosto, » lei orante, e condotta in languente infermitade, a sé la trasse » quello Sposo, al quale ella aveva professa la sua virgini- » tade ^ » - Il Poeta ne chiede nel Purgatorio^

Ma dimmi, se tu sai, dov’ è Piccarda? *

Poi le parla nel Paradiso fra le altre « a cui fu tolta »

Di capo l’ombra delle sacre bende; e le fa dire :

Uomini poi a mal più che a bene usi Fuor mi rapiron della dolce chiostra* Dio lo si sa, qual poi mia vita fusi ».


i Inferno, XV. — Scriptores Rerum Hai, voi. XVIII, pag. 271.

2 Esiralti nell’edizione Fiorentina, Purgatorio, XXIV.

3 Ivi, Paradiso, III.

4 Purgatorio, XXIV, 10.

5 Paradiso, 111, 106-114 ; IV, 97.


DISCORSO