Dal casolar del Legnaiuolo ebreo
Nel mondo uscì mirabile dottrina
Che fe santo il lavoro e l’officina
64Novo Tarpeo.
Sotto le vôlte allor de’ monasteri
Correr di pialle un romorio s’intese,
E più grato al gran Fabbro il suono ascese
68D’inni e salteri.
E tu le plebi glorïose allora
A’ telai della seta e della lana
Chiamavi colla vigile campana,
72Inclita Flora;
Che poscia in più terribile fatica
Le vedevi, serrate agli stendardi,
Eccelse fulminar da’ baloardi
76L’oste nemica.
Tu rinnovi que’ giorni, e di portenti
Nobiliti, Alessandro, il suol natío.
Tu che al lembo de’ colli e del tuo Schio
80Lungo i torrenti,
Schiudi all’arti rinate immensa reggia,
A cui gl’ingenti turbini già manda
Angla fornace e la rimota Olanda
84Tonde la greggia.