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mise a discorrere tranquillamente col Vallagnosc. Il Mouret, ricaduto nella sua stanchezza, aveva ascoltato con un orecchio solo, senza capire. Il Bouthemont, cui l’avventura dava a pensare, rifletteva. Ma quasi subito l’uscio si riaprí, ed entrarono due signore.

— Figuratevi, — disse la Marty — scendevo di carrozza, quando sotto le arcate ho trovato la De Boves.

— Già, disse quest’ultima — fa un tempo stupendo; e siccome il medico mi ordina sempre di camminare...

Poi, dopo cordiali strette di mano, chiese ad Enrichetta:

— Che pigliate un’altra cameriera?

— No, — rispose lei meravigliata. — Perché?

— Nell’anticamera ho visto una ragazza...

Enrichetta la interruppe ridendo:

— Non è vero? Tutte queste ragazze dei magazzini paion tante cameriere!... È una ragazza che mi viene a raccomodare un mantello.

Il Mouret, che cominciava a sospettare, la guardò fisso. Lei continuò, con un’allegria sforzata, a raccontare che se l’era comprato, al Paradiso, la settimana innanzi.

— Ma dunque, disse la Marty — non vi fate piú servire dalla Sauveur?

— Sí, sí, ma ho voluto soltanto provare. E poi ero abbastanza contenta d’un mantello da viaggio che ci avevo comprato tempo fa... Ma questa volta non ho proprio avuto fortuna. Avete un bel dire; i vostri magazzini rinfagottano, non vestono mica! E lo dico in faccia al signor Mouret... Non vi riuscirà mai vesfire una donna che abbia un po’ di garbo!


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