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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/218

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evitando di vederlo, sarebbe ben felice, se andasse a battere alla sua porta, per piangere fra le sue braccia.

In addietro, Dio gli teneva in serbo tutte le sue misericordie. Al minimo dispiacere, al più piccolo ostacolo che attraversasse la sua vita, egli entrava in una chiesa, s’inginocchiava, umiliava il suo nalla davanti la suprema potenza; e ne usciva fortificato della preghiera, pronto al distacco dei beni di questo mondo, coll’unico desiderio della sua eterna salvezza.

Ma, oggidì, egli non adempiva più le sue pratiche religiose che a scosse, ad intervalli, nelle ore in cui il terrore dell’inferno lo riprendeva; ogni sorta di mollezze l’avevano invaso; Nana turbava i suoi doveri.

E l’idea di Dio lo stupiva. Perchè non aveva egli pensato a Dio sull’istante, in quella crisi spaventosa, in cui crollava e si sprofondava la sua debole umanità?

Tuttavia, nel suo penoso cammino, cercò di una chiesa.

Non si ricordava più, l’ora mattutina gli scambiava le vie.

Poi mentre svoltava un angolo della via della Chaussée-d’Antin, vi scorse in fondo la Trinità, un campanile vago, perduto nella nebbia.

Le statue bianche, dominanti il giardino spogliato, sembravano mettere delle Veneri freddolose fra le foglie ingiallite d’un parco. Sotto il portico respirò un istante, affaticato dalla salita della vasta scalinata. Poi, entrò.

La chiesa era gelata, col suo calorifero spento dal di prima, le alte vòlte ripiene di una nebbia fina, che era filtrata dalle invetriate. Un’ombra stendevasi nelle navate, non c’era un’anima colà, si sentiva solamente, in fondo a quella notte losca, un rumor di ciabatte, qualche scaccino trascinando i piedi, nel malumore del risvegliarsi.

Lui, pertanto, dopo aver urtato in una sbandata di seggiole, smarrito, il cuor gonfio di lagrime, era caduto in ginocchio contro la balaustrata di una piccola cappella, presso una delle pile.

Aveva congiunto le mani, cercava delle preghiere, tutto il suo essere aspirava ad abbandonarsi in uno slancio. Ma le sue labbra sole balbettavano delle parole, sempre il suo spi-