Poichè l'ingegno uman feroce e duro

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Poichè l’ingegno uman feroce e duro Intestazione 25 aprile 2023 75% Da definire

Certo avverrà, che di Nettun fremente Ecco su base, che d'ingegno altero
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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XXXVII

AI SIGNOR FRANCESCO DI CASTRO.

Poichè l’ingegno uman feroce e duro,
     Tutto rivolto agli altrui danni, e scorni,
     Converse in terra de’ Saturnii giorni
     Il bell’ôr fiammeggiante in ferro oscuro;
5Turbaro nembi il ciel sereno, e sorse
     Schiera di febbri a nostro scampo infesta,
     Nè pur sotto Orion cruda tempesta
     I larghi campi di Nettun trascorse,
Navi affondando; ma di fiamma inferna
     10Nuova Etna vomitò Chimera ardente;
     E crescendo fra piaghe aspro serpente,
     Ingombrò di terror gli antri di Lerna.
Taccio di Creta ne’ Dedalei chiostri
     Il Minotauro, o miserabil mondo,
     15Se a pro di lui non si spingeano al fondo
     Per forti destre i formidabil mostri.
Ben all’anime eccelse inni festosi
     Sacrò la gente, e loro sculse acciari,
     E ben a gran ragion gli astri più chiari
     20Ornò col pregio degli Eroi famosi.
Che se virtù de’ suoi fedeli i petti
     Forte eccitando a sommi rischi espone,
     Giusto è, che non indarno auree corone;
     Di bella gloria a lor conforto aspetti.
25Dolcissimo ad udir: nè tempro invano
     La cara cetra, ed oggi teco il dico;
     Che benchè io parli del buon tempo antico,
     Da te, Francesco, io non men vo lontano.
Tu de’ nobili Regni, onde si bea
     30Napoli altera, già reggesti il freno,
     Ed a ben farla fortunata appieno,
     In saldo seggio vi fermasti Astrea.
Sotto l’inclito scettro umil fortuna
     Timor non ebbe di superbo orgoglio;
     35Nè Cerere sofferse in fier cordoglio
     Rimirar di sue spiche alma digiuna.
Or caro al grande, ne’ cui regni il giorno
     Agli occhi s’apre de’ mortali, e chiude,

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     Fermo sul Tebro, di tua gran virtude
     40I rai lucenti fai volare intorno.
Che i Mori assaglia, o che il Monarca Ibero
     Guerra destini all’implacabil Trace,
     Non ti si cela, e sull’amabil pace
     In tua fè si depone il suo pensiero.
45Quinci racconti i desiderj regi
     Al Vaticano, e ad ognor t’affanni,
     Acciocchè il nostro acciar di torbidi anni.
     Dell’oro antico si riduca a i pregi,
Chi tenta ciò speri d’Alcide il vanto,
     50Vegghiar, sudar nelle sublimi imprese,
     Chiudere il varco alle temute offese,
     Son le prove di Lerna, e d’Erimanto.