Teoria degli errori e fondamenti di statistica/13.1

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13.1 Un primo esempio

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13 13.2

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13.1 Un primo esempio

Cominciamo con un esempio didattico: supponiamo che i valori si sappiano provenienti da una popolazione normale di varianza nota: e che il nostro scopo consista nel discriminare tra due possibili valori e per ; valori che, senza perdere in generalità, supponiamo siano 0 e 1 (potendosi sempre effettuare un opportuno cambiamento di variabile casuale che ci porti in questa situazione). Riassumendo: siano

(con noto)

[p. 230 modifica]le nostre ipotesi.

La densità di probabilità della vale

e, quindi, la funzione di verosimiglianza ed il suo logaritmo valgono

e, rispettivamente,

per cui

(13.1)
Dalla (13.1) si ricava immediatamente

e la regione di rigetto è definita dalla

da cui consegue, con facili passaggi,

;

ed insomma va rigettata se la media aritmetica del campione risulta superiore a ; ed accettata altrimenti.

Come si può scegliere un valore opportuno di (e quindi di )? Gli errori di prima specie (si faccia riferimento anche alla figura 13a) hanno probabilità

(13.2)
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Figura 13a - L’esempio del paragrafo 13.1, con delineate (in corrispondenza ad un particolare valore di c) le probabilità degli errori di prima e seconda specie; le due curve sono e .

[p. 232 modifica]e quelli di seconda specie
(13.3)

per cui si hanno svariate possibilità: ad esempio, se interessa contenere gli errori di prima specie e la dimensione del campione è nota, si fissa un valore opportunamente grande per e dalla (13.2) si ricava ; o, se interessa contenere gli errori di seconda specie e la dimensione del campione è nota, si fissa e si ricava dalla (13.3); o, infine, se si vogliono contenere gli errori di entrambi i tipi, si fissano sia che e si ricava la dimensione minima del campione necessaria per raggiungere lo scopo utilizzando entrambe le equazioni (13.2) e (13.3).