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Facezie (Poggio Bracciolini)/177

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CLXXVII. Di Pasquino da Siena che disse ad uno del corpo di Stato che questo crepasse

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CLXXVII. Di Pasquino da Siena che disse ad uno del corpo di Stato che questo crepasse
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[p. 117 modifica]

CLXXVII

Di Pasquino da Siena che disse

ad uno del corpo di Stato che questo crepasse.


Pasquino da Siena, che fu uomo gioviale e faceto, quando la città mutò governo, si recò esule dalla patria a Ferrara; venne qui per vederlo un cittadino sanese, [p. 118 modifica]uomo di poco valore, che da Venezia tornava a Siena; fu ricevuto cordialmente da Pasquino, e nella conversazione promisegli l’opera sua se egli in favor suo potesse qualche cosa e mostrando per vanità che egli a Siena era molto potente, aggiungendo che egli faceva parte del corpo di Stato: “Che Dio voglia, disse Pasquino, che questo presto crepi, affinchè tu e i pari tuoi ne possano il più presto uscire.” E così giocosamente punì la vanità di quel tale.