<dc:title> Gazzetta Musicale di Milano, 1843 </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Autori vari</dc:creator><dc:date>1843</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._50&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20220110172406</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._50&oldid=-20220110172406
Gazzetta Musicale di Milano, 1843 - N. 50 - 10 dicembre 1843 Autori variGazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu
[p. 209modifica]GAZZETTA MUSICALE
ANNO II. domenica
N, 50. 4 0 Dicembre 843.
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno s
danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musici
classica antica e moderna, destinali a comporre un vo
lume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale ir
apposito elegante frontespizio figuralo si intitolerà An
DI MILANO
• La musique, pur des inflexions vives, accentuées, et,
• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas•
sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets,» soumet la nature entière à ses savantes imitations,
• et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen•
timents propres à l’émouvoir.»
J. J. Rovssf.au.
Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta c aWyénlologia
classica musicale è dicITeii. Ausi. L. 12 persemestre,
ed cITctt. Alisi. I,. U affrancala di porlo Tino ai confini della
Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale.
— f,a spedizione dei pezzi ili musica viene falla
mensilmente c franca di porlo ai diversi corrispondenti
dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto.
- I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’ilflìcio
della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Onicnoni
N.° 1720; ail’eslcro presso i principali negozianti
di musica e presso gli Ullici postali. — f,c lettere, i gruppi,
cc. vorranno essere mandati franchi di porto.
I. Antologia Classica Musicali-:. Avvertimento ai signori
Associati. - II. Esami: sullo stato attuale della
Musica Drammatica in Italia. - III. Bibliografia Musicali:.
Alcuni pezzi per pianoforte - IV. I. R. Teatro
alla Scala. - I. Accaof.mia del signor Ernesto Cavallini
- II. Accademia del imo Istituto Teatrale.
V. Varietà’. - VI. Notizie Musicali. - VII. Nuove
Pubblicazioni Musicali.
ANTOLOGIA CLASSICA MUSICALE
AVVKRTINIÌKIVTO SECESSA JSIO
AI SIGNORI ASSOCIATI ALLA
61ZZETTA MUSICHE
Il sottoscrillo proprietario Uditore della
Gazzetta Musicale, nellavvertire i suoi signori
Associati che nel corso del prossimo
dicembre avrà pubblicati ipezzi di musica
r/e/f Antologia Classica rimanenti a compire
le promesse d’associazione, si fa un dovere
di annunziar loro quanto segue..L’Antologia Classica Musicale continuerà
a pubblicarsi anche pel prossimo venturo
anno, e la scelta de’ pezzi verrà fatta inalterabilmente
colle norme fin qui seguite,
e nello scopo lodevole cui fu destinala, di
favorire cioè lo studio dei capolavori dei
grandi maestri antichi. Talt avolta, desiderando
il sottoscritto Editore proprietario
dare a quest1 uopo maggiore estensione
«//’Antologia stessa, avverte che col pria- i!
cipiare del -1844 la medesima si pubbli- 1
citerà anche con apposita e separata associazione
al prezzo, netto di sconto, di
franchi 20.
Però, ai signori Associati alla Gazzetta
Musicale, si continuerà a dare gratis la
detta Antologia Classica, così piacendo ad
essi: e coloro invece, i quali in luogo di
questa amassero altro genere di musica,
potranno sceglierla da un Elenco, estratto
dal Grande Catalogo Ricordi, e composto
di N. circa 2000 pezzi di musica di vario
genere, per canto, e per istromenli diversi-,
dal quale Elenco che si distribuirà ai
signori Associati, avranno i medesimifacoltà
di fare scelta di altrettanti pezzi corrispondenti
a N.° 430 pagine.
In esso Elenco si comprenderanno anche
i diversi pezzi componenti l’Antologia
Classica dei decorsi anni 4842-43.
I pezzi che i signori Associati alla
Gazzetta Musicale vorranno scegliere dalI
Elenco suddetto saranno dati gratis ai
medesimi allatto del pagamento anticipato
f dellassociazione annua alla Gazzetta Muli
sicale. Chi poi amasse pagare anticipaj
tamente la sola metà dell associazione annua
alla Gazzetta Musicale non riceverà
I; che una corrispondente quantità di pezzi
• di musica in dono, per T ammontare di
I sole pagine 73 circa.; La scelta però, tanto di uriannata che
I della metà, dovrà esser fatta in una sola
volta e non in diverse riprese.
I signori associati nelle piazze lontane
vorranno rivolgersi ai relativi corrispondenti
della Casa Ricordi.
GIOVAWIVI KICOltHl
PROI’K. eoit. della gazzetta musicale.
ESAME
IIM1X» STATO ATTUALE
DELLA
IttSIOA DRAKltATICA 111 ITALIA
{Vedi i N. 19, 27, 48 e 49.)
Avendo altrove bastevolmente discorso
dell’utilità di staccarsi dalle solite forme
adattandole alla natura di ciascun pezzo,
ci limiteremo qui a due soli punti, nei
quali principalmente ci sembra essere luogo
a perfezionamento. L’islrumentazione cioè
e la struttura della melodia.
Quanto alla prima ognun sa come dai
tempi di Cimarosa fino ai nostri sia venuta
crescendo di forza, e non ostanti le
continue censure dei critici più assennati
siasi fatta dominatrice del canto, il quale
andò man mano decadendo. I mirabili effetti
che alcuni ingegni seppero ricavare
dall’orchestra, sebbene non sempre i più
adattati alle sceniche circostanze, trassero
i men valenti in inganno, e: orchestra, orchestra,
fu quasi la parola d’ordine, il motto
della bandiera sotto la quale vennero ad
arruolarsi i compositori tutti. Non si fu
contenti se l’orchestra non giungeva ad
assordare l’udienza, e ad ottenere questo
meschino vanto fu chiamata a soccorso la
banda sul palco, nè questa pure col doppio
tamburone bastò ad alcuni che avrebbero
voluLo aggiungervi lo sparo del cannone!!! La cosa andò lant’ollre che quello stesso
Rossini tanto censuralo per avere sopraccaricato
la parte istrumentale potrebbe ora
proporsi a modello di moderazione. Almeno
la sua istruinentazione produce sem£re
un’armonia nutrita e soddisfacente,
iddove tanti altri, impiegando maggior
numero di stromenti e stancando orchestra
e cantanti non ricavano che un armonia
magra e slombata.
Oramai però anche il volgo è stanco del
fracasso, eia critica che in tanti altri punti
fini col tacersi o stanca o ravveduta, grida
su questo da ogni parte più forte che mai,
mostrando ovunque gli infelici risultali di
una tal pratica, fogli è tempo pertanto di
studiare meglio il partito di questa importantissima
parte della nostra musica, e di
apprendere a servirsene con maggior parsimonia
e più giusto senso.
E il mezzo più acconcio ad ottenere che
l’orchestra concorra all’espressione drammatica,
senza soffocare il canto, e ne riescano
ad un tempo effelti delicati, nuovi
e interessanti, si è di adoperarla per lo
più a frazioni o gruppi nei quali entrino
appunto quegli stromenti che all’espressione
di (ale o (ale affetto meglio si addicono, riservando l’effetto cieli’ intiera
massa alle situazioni più risentite, ai grandiosi
pezzi d’insieme.
Nò si dica, o che cosi già si pratica per
lo più, o che l’adoperare più che non si
fa d’ordinario piccole frazioni d’orchestra
nuocerà all’effetto e produrrà dei vuoti
molto sensibili, lasciando l’istromenlazione
languida e povera di colorilo. Così non si
pratica per lo più, chè anzi non vedesi se
non assai di rado una scena, un’aria, un
duetto (e siano pur brevi), senza l’impiego
di tutta intiera l’orchestra, nè lunghissimi
per solilo sono i silenzii a cui si obbligano
alcuni islrumenti, nè frequentissimi,
talmente che dal continuo sentirsi or l’uno
or l’altro il cui carattere non fa al caso,
nasce appunto un importuno frastuono,
una quasi totale mancanza di chiaroscuro
e di espressione.
Nè tar
ipoco: da temersi che un frequenle
uso delle frazioni d’orchestra sia
per nuocere all’effetto e snervare l’istrumentazione.
Tre o quattro voci bastano
d’ordinario all’abile contrappuntista per
riempiere sufficientemente l’armonia, nè è
duopo ristringersi sempre a cosi limitato
numero di parti. Clic anzi, se si abbia
cura di variare di continuo le combinazioni
e di ben adattarle alle diverse circostanze
si vedrà quanta vaghezza, e qual
maggiore verità drammatica si potrà ritrarne.
In tal modo, ci viene asserito, il celebre
Berlioz ottiene stupendi e non prima sentiti
effetti e senza ricorrere agli stranie- I
ri, che poco o nulla conosciamo se non ■
per fama (e ciò con non lieve nostro danno) |
abbiamo pure fra noi esempi bastevoli a ( [p. 210modifica]I persuaderci. Ce ne fornisce quello stesso
j Mercatante che tante volte abusò straria,
mente dell’orchestra soffocando con essa
| il canto, e basta ricordare di lui il Giuramento, ed il Bravo ma in questi che
pure ebbero il plauso universale egli non
fu guari imitato. Ai tratti dal medesimo
sparsi nelle opere teatrali in cui si trovano
impiegati per un tempo considerevole
soltanto alcuni pochi istromenfi, ne
aggiungeremo uno il quale sarà men noto
perchè appartiene all’ultima grandiosa messa
che egli scriveva prima di lasciare la Cappella
di Novara («).
Consiste questo in un duetto non brevissimo
di due clarinetti senza alcun accompagnamento
situato dopo il vivacissimo
e rumoroso pieno del (iloria, il cui efletto
riuscì incantevole a segno di non lasciar
desiderare neppure un bassetto in
giunto (l).
Sia forte il concetto, sia vera l’espressione,
e non si avrà tanto bisogno dell’assordante
forza materiale troppo spesso impiegata
a supplire al vero calore dell’affetto.
Diremo per ultimo della struttura della
melodia, la quale sembra si vada sempre
più accostando alle forme della canzonetta,
anziché assumere un fare largo qual si
conviene alla drammatica; specialmente se
trattasi di argomento serio.
Non vi ha dubbio che le regole melodiche
e ritmiche registrate dal Reicha nel suo
trattato della melodia abbiano fondamento
nella nostra istessa natura; ma non vi ha
dubbio del pari che il seguirle troppo alla
lettera non impicciolisca il pensiero e non
ne scemi molte volle. l’efficacia.
Il bello nella melodia drammatica sarà
egli solo riposto nella facilità di imprimersi
nella memoria sì che si possa ripetere
questo o quel tratto subito dopo la
prima recita? Non sappiamo crederlo, e
stimiamo anzi che al dramma meglio si
convenga una certa libertà, una certa artifiziosa
trascuranza. purché diretta ad accrescere
evidenza all" espressione, e dignità
al carattere, e novità al concetto.
Quel restringere i periodi in otto, dodici,
o sedici battute come si fa per lo
più, quell’appajare i ritmi e le frasi si,
che ciascuna sia seguita da una seconda
corrispondente, se può essere indispensabile
in una musica da ballo, o in altri generi
di piccole proporzioni. può molte
volte nuocere alle composizioni grandiose
e sconvenire alla ragione drammatica, la
quale vuole che tutti i mezzi siano subordinati
allo scopo di dipingere i fatti che si
rappresentano colla maggior illusione possibile
(2). Da questa servilità proviene in
(a) Si ripone (pii a suo luogo questo e l’antecedente
paragrafo, clic per uno sbaglio tipografico, furono inseriti
nella terza colonna dell antecedente articolo.
La R.
(1) Questo pezzo fu sentito tre volte a Novara, eseguito
sempre dal celebre Ernesto Cavallini, c dall’egregio
Careggia alunno dcll’I. R. Conservatorio di
Milano, ed ogni volta fu al pubblico graditissimo, restando
tutti maravigliati come da si pochi mezzi tanta
bellezza potesse prodursi.
(2) Molti maestri pratici e teorici si sono dichiarati
contro la regola clic tenderebbe a introdurre in
ogni genere di musica una rigorosa euritmia. Fra tutti
ci contenteremo di citare il lodatissimo Albrcchtsbcrger
cui nessuno può tacciare o di spirilo d’innovazione,
o di rilassatezza di principii.
j Questo maestro nel suo metodo elementare di com}
posizione, tradotto dal rinomato Choron, dice apcrlas
mente che il ritmo musicate nei pezzi richiedenti lar»
glie proporzioni (e si parla appunto di musica dramj
malica) non può essere assoggettalo alle forme rego■
gran parte l’uniformità che guasta molte; delle moderne melodie, e la difficoltà di: crearne di nuove. Da questa l’esclusione
i: di alcuni metri nella poesia drammatica, i
ii quali potrebbero essere opportuni a eoa- |! diuvare l’espressione, e le leggi quasi sempre
arbitrarie con cui i maestri martoriano
spesso i poeti; i quali, costretti ora a fare
| un’aria invece di un duetto, perchè così
j vuole la prima donna, ora un duetto col; tal cantante invece del tal altro, così esi■,
gendo le convenienze, ora ad introdurre
| contro ogni buon senso il coro e la banda,; ora a raccorciare a costo di mutilare, ora
| ad estendere a costo di diluire, ed a mille
altre tutte del pari irragionevoli esigenze
della virtuosa famiglia, son ben degni di
scusa se a mala pena riescono a fare un
soffribile pasticcio.
Concludiamo. Si vuole la maggiore possibile
perfezione nella musica drammatica?
Si esamini bene tutto che s’accorda coll’idea
che abbiamo a principio stabilita,
si sottopongano a severa critica le leggi
imposte, le pratiche usate, per eseguire
ciò che la più sana ragione dimostra utile,
ed evitare quanto può nuocere. La
composizione musicale ha delle norme impreteribili
per l’armonia, perchè quanto
riguarda questa cade sotto il dominio del
calcolo; ma non può avere se non se norme
generali per l’invenzione e condotta della
melodia, per l’istrumentazione, perchè queste
dipendono dall’immaginazione del compositore.
Se dunque il trascurare le prime
è riprovevole perchè conduce a una scorrezione
di stile nocevole al buon effetto
armonico; il farsi schiavo di regole troppo
particolarizzate nelle altre parli non produce
che grettezza. Peggio poi è il farsi
del pubblico un vano spauracchio sul timore
che ad ogni novità egli debba avventarsi
contro l’autore. Sebbene composto
dei più strani elementi, il pubblico è
d’ordinario miglior giudice che non si
pensa, e beh di rado avviene poi che egli
l’accia mal viso alle novità, benché talvolta
ardite e poco ragionevolmente introdotte;
e per altra parte, salve alcune circostanze
sociali sotto la cui influenza tutti viviamo,
non è già il pubblico che determina il
gusto nelle arti; ma è l’artista di genio
che volge a suo talento il gusto del pubblico,
nè questo ha mai dimostrato una
forte predilezione per gli stazionarli (I).
M. R. Boucheron.
lari c simmetriche dei piccioli pezzi, perchè i limiti clic
una tal legge prescrive possono sconcertare, ed anche
annientare la più felice idea.
In quanto a noi, siamo d’avviso che quella regola
sia da porsi a paro di quella che si da ai pittori di
disporre i gruppi delle figure di un quadro in forma
piramidale. Regola da seguirsi quando non siavi un
motivo di trascurarla, e sufficiente ci sembra quello
di dare novità alla melodia purché ciò sia senza nuocere
alla chiarezza ed alla verità di espressione.
(I) Non avendo in questo esame avuto intenzione
di fare l’elogio o la critica d’alcuno in particolare, ci
siamo limitali a parlare soltanto di quei maèstri che
nel tratto di tempo da noi abbracciato figurano quai
capi scuola, tacendo di molli altri per belle composizioni
meritevolissimi d’encomio. Nessuno se ne adonti; verrà tempo in cui potremo forse mandare ad effetto
il pensiero di fare in questo medesimo giornale
una ragionala rassegna di quanto si produsse di bello
nella nostra Italia da alcun tempo in qua nella musica
drammatica, affinchè gli studiosi non appartenenti a conscrvatorii
possano facilmente scieglierc i modelli su cui
meditare. Nessuno allora sarà defraudato della lode
meritata per quanto il consentiranno i nostri scarsi
BIBLIOGRAFIA MUSICALE
ALCX’KI PEZZI PER PIANOFORTE l
recentemente editi presso Ricordi.
Allorché si tratta di un nome poco cognito, o di
un artista la cui riputazione è all’aurora, in certo
qual modo diventa indispensabile qualche parola d’csordio
onde disporre il pubblico in favore del compositore
le cui opere voglionsi assoggettare a particolare
esame. Ma allora (pianilo si deve tener discorso
di una celebrità già da molli anni universalmente riverita
a che servnn superflue argomentazioni? Nominare
Sphor, ed il lettore trovarsi ad un tratto preparato
ad esser trattenuto di lavori coscienziosi c dotti
non è la stessa cosa? 11 sommo armonista alemanno,
non ha molto, pubblicò un Necomlo Trio concertato
per violino, violoncello e plaforte
in cui, come adoperò nel primo, dispose le
parti istromentali in modo che ciascuna presentasse
un interesse speciale, c cercò che avesse ben anco a
risultarne un pregevole tutto, dimostrando la profonda
conoscenza e padronanza di tutte le combinazioui
scientifiche, per render preponderanti le quali
qua c là parve talvolta inceppare il libero corso della
sua immaginazione, c pertanto non è a meravigliarsi
che nelle parli più ricercate del pezzo ne sia derivata
una lieve tinta di monotonia.
Il Trio, Op. 125, di Sphor merita che i maestri c
gli esecutori nudrili di buone dottrine musicali lo faccian
soggetto di accurato studio. Il primo tempo - allegro
moderalo - in fa contiene alcuni pensieri maestrevolmente
riprodotti sotto differenti aspetti che forse
a tutta prima non sembreranno troppo omogenei c
nuovi, ma più si udranno meglio potranno apprezzarsi
e si finirà per applaudire all’eccellente loro
sviluppo. La nobile cantilena del larghetto a tripla
è assecondata da sì efficaci e si ben coloriti accompagnamenti,
ed un islromcnlo serve di sì attraente risalto
all’altro, clic chiunque l’avrà ad eseguire o ad
udire non potrà a meno di rimanerne penetrato. Lo
scherzo in do minore col trio in la bemolle brilla per
vivacità di concetti e degli andamenti per squisitezza
delle enarmoniche transizioni; deve riuscir non agevole
I’ eseguirlo nell’animato movimento e coll’accento prescritti.
Il finale che principia in fa minore, ed al par del
primo tempo si compie in fa maggiore, è travagliato in
stile fugato c le più erudite imitazioni mirabilmente si susseguono
e si collcgano fra lo svolgersi d’incessanti
modulazioni. Le ricerche scientifiche c lo sfoggio delle
armonie, portate ad un sì eminente punto, se non
gran diletto agli orecchianti, devon al certo recare stupore
agli intelligenti, che di esse ponno fare tesoro.
Rendasi pertanto il debito tributo di grazie c di cncomj
a Sphor che come irremovibile scoglio manliensi
fermo in mezzo al precipitoso torrente devastatore
della musica istromentalc moderna. I severi componimenti
di lui, improntati di classicismo, sopravvivranno
all’epoca in cui furon scritti, nei mentre la maggior
parte de’pezzi ora calorosamente acclamali dalla generalità
fra pochi anni verranno obbliati. Tale si è il
destino clic la moda riserba a’eieci suoi seguaci. Varj
di questi, tuttavia in vigorosa età, piangoli già le derelitte
loro pagine musicali. A quelli invece che con
avvedutezza si mantennero forti sulla via del vero
bello, in compenso del corpo curvato sotto il peso
degli anni, è data la soddisfazione di osservare le opere
della loro giovinezza innalzarsi vie maggiormente nella
stima de’ conoscitori. O voi che possedete eletto ingegno
decidete a qual partilo vi convenga attenervi?
Oggi piacere al pubblico; metter insieme delle fantasie
(!!) sopra altrui motivi, e fra poco esser dimenticali.
Disdegnare le momentanee capricciose esigenze
del pubblico; creare della musica ragionata? c procacciarvi
la riverenza de’ posteri. Se non avete coraggio
per appigliarvi al meglio, almeno abbracciate un
sistema clic troppo da esso non si scosti!
Adolfo Ilcnsclt è fra que’ pianisti d’ingegno nel novero
delle produzioni de’quali trovansi alcune falle
per cattivarsi i suffragi ne’ concerti c nelle sale, ed
altre invece dirette all’intelligenza di chi nella musica
vuole immaginazione c condotta. I superbi suoi stndj
c l’appassionato Duo per pianoforte e violoncello da
una parte, e le Variazioni sull’Elisir d’amore c sul
Roberto il Diavolo, dall’altra, vengono in appoggio
alla nostra opinione: - Ee tallitati musicalfantasia
sopra un’aria liocina-russa
(così sta segnato nel frontispizio del pezzo più nuovo
di Hensclt) senza pretendere ad esser qualificato fra
quelli di maggior importanza, deve assai aggradire per
l’elegante e dignitosa maniera con cui I’ autore svolse,
adornò ed armonizzò il tema da lui scelto, al quale
frappose una specie di pastorale di una melodia che t
trasporta.
Dispiace come una delle provette sommità pianistiche
siasi abbassata in alcune delle più recenti sue
produzioni ad offrire al malaccorto dilettantismo cd £
alla speculazione degli_editori de’ pezzi a pot-pourri che ( [p. 211modifica]fanno meschina figura posli al confronto di varie prcjl
cedenti pagine dell’islesso chiaro autore per comune
lS) consentimento dichiarate fra le più belle e le più corrette,
ìa clic per pianoforte siansi scritte dall’epoca di Ilummcl
u in poi. Qucsla noslra franca asserzione riguarda
p Kalkbrenncr, il quale or ora fece di pubblico diritto
I un nuovo Duo per pianoforte e violino
| sulla Favorita, al pari degli altri sull’Ebrea
e sulla Regina di Cipro, composto in compagnia del; violinista Panofka. Il gusto del secondo collegato al
sapere del primo, valse un’opera brillante alta a cor1
rispondere tanto alle esigenze degli amatori quanlo a
quelle dell’arte. Il pezzo piacerà a tulli e verrà smerciato.
Da questa espressione ponilo desumersi i suoi
pregi ed i suoi difelti, senza clic di essi venga fallo
apposito rimarco. Altrettanto potrebbe dirsi dell’altro
Duetto dell’istesso Panofka con Thalbcrg desunto
dalla Dcatrice Tenda. 0 quale e quanta commozione
desterebbero le affettuose nolcjdcl Cigno siciliano
modulate sul violino dalla magica Teresa Milanollo, (il
più straordinario, astro strumentale-esccutivo apparso
sull’orizzonte musicale. Chi all’olà di Ire lustri non
ancor compiuti potè mai suonar con maggior precisione
d’inluonazione, più giusto e profondo sentimento,
più regolare e finita scuola, più posala compostezza, in una parola con più evidente perfezione di
questo angiolo disceso a Savigliano in Picmonlc l’otto
agosto 1820?
Un altro famoso artisla, il più produttivo di
tutti, ci si presenta nella persona di Carlo Czemy,
10 scorrevole scrittore di oltre scttcecnlo pezzi,
11 rifugio di ogni editore. Noi non diremo in qual
conto egli sarebbe tenuto se allo smodato fascio delle
sue fantasie, arie variale e Iranscrizioni non fossero
avviticchiati un terzo mazzolino di sonate a due ed a
quattro mani ed una vivida corona di utili studj. Fra
questi ultimi occupar deve un distinto poslo Do
studio generale ovvero Encicl<»|ic«lia «li
]>nMxi Iti’illaiiti per il pianoforte estraili
dulie opere de’celebri pianisti antichi e moderni, raccolti,
digitali e classificali per ordine cronologico da C.
Czemy, lavoro, clic, come vicn riferito ncll’avverlimentq,
è basato sopra un seguito di passi scelti a preferenza
fra quelli clic senza interruzione si potessero facilmente
ripetere, talché, attenendosi alle prescritte ripetizioni, ogni numero formasse uno studio compiuto.
Questa Enciclopedia offre pertanto 260 cscrcizj tratti
con discernimento dalle opere di trcnladue fra i più
noti compositori che fino dal primo fiorire del cembalo
(or son quasi cento cinquanta anni) scrissero per
queslo stromcnto. Ogni pianista che desideri perfezionarsi
vi troverà i mezzi di rendersi famigliar! le
particolarità caratteristiche di ciascun autore e di studiare
le diverse epoche del sempre crescente perfezionamento
dell’esecuzione sul pianoforte. Qucsla raccolta,
sì curiosa pel contrasto degli stili e per varietà,
si apre con cinque cscrcizj di Domenico Scarlatti,
l’antesignano dell’arte di comporre pel cembalo, ncll’islcssa
guisa clic più tardi Clementi fu il principale
propagatore dell’arte di render brillante ed espressiva
la.musica per pianoforte: opperò le opere di questi
benemeriti italiani verranno ognora e da pcrtullo
con venerazione riguardate. 17 ordine cronologico dclV
Enciclopedia di passi potrebbe andar soggetto a censura,
trovandosi collocali Pixis avanti Ficld, Onslow
prima di Weber. Vennero poi dimenticati ttn Adam,
un Berlini, un Pollini ed altri clic a tulio drillo potino
gareggiare con varj di quelli che figurano, nello Studio
generale, o meglio Studio dee/li sludj ila raccomandarsi
ad ognuno che si esercita sul pianoforte.
Lo stesso Czerny, per aderire ad insistenti istanze
finalmente determinossi di trarre dal voluminoso suo
Metodo un compendio teorico-pratico ad uso de’principianli,
clic vi troveranno con chiarezza distribuiti e
con brevità trattati tutti i più essenziali principj onde
predisporre gli allievi ad un più esteso studio. Non è
a dubitare che il Piccolo iiictoilo dell’infaticabile
compositore viennese, diviso in sole XX lezioni susseguile
da una serie di buoni cscrcizj pratici e da
un’appendice, abbia più generalmente ad esser ricercato
del suo gran melode il cui dispendioso acquisto
non è alla portala di tulli.
Noi qui non lascicrcmo sfuggire l’occasione di encomiare
l’editore Ricordi per aver fregiato il ricchissimo
suo catalogo del rinomato Mctoilo di Httmmcl
che presso gli studiosi di pianoforte deve tener
le veci di un dizionario a cui ricorrere in ogni caso
dubbio o difficile, e clic appartiene al piccol numero
delle opere che risultano di vero incremento alla bell’arce.
È già lungo tempo che E. Herz si rese celebre
come cscculorc e compositore. Alle prime brillanti sue
opere, clic in tutta Europa vennero applaudite ed imitate
e che con quelle di Moschclcs e di Czerny, or
son circa venti anni, segnarono una trasformazione
nella musica per pianoforte, fece succedere molte al1
tre ( sempre commcndevoli per regolarità e scorrc)
volczza di maneggio, per brio, e vaghezza ili passi); in complesso: non altro che una più o meno felice de3
rivazionc delle antecedenti, eccettuatone il /rio ed i
) concerti in do e re minore, lavori di non lieve importanza,, o - Liszt,,
uniformarsi all’invalso gusto, Herz scrisse non (lochi
pezzi ove modificò il primitivo suo individuale
carattere ed in essi trovaronsi congiunte le due diverse
maniere. Da molti una tale fusione venne proclamala
con lode; ne noi faremo altrimenti in rapporto
alla nuova Fantasia sul Don Pastinale,
sebbene per avventura potremmo esser maggiormcnle
inclinali ad csallarc il quarto Concerto (Op. 151)
ove Herz rinnovò i più bei titoli della gloria clic nessuno
sarà per contrastargli. I graziosi motivi di Donizetli
sono preceduti da una introduzione di poche
battute, frammezzali da vivaci e spontanee variazioni,
ed uniti fra loro coi passi e eolie modulazioni abituali
all’egregio autore, clic destinò il suo pezzo ad
esser eseguito nelle sale àc’fashionablcs.
Al finire di questa rivista bibliografica citeremo al- j
cune recènti opere, come l’or accennala di Herz, do- j
tato de’ requisiti per destar sensazione o produr di-;
letto più nelle società clic al cospetto degli aristarchi;
musicali. Il ijuartetto «lei Bini Patinale
con intelligenza, e leggiadria e chiarezza variato
da Prudcnl, può far emergere l’anima, la delicatezza!
e la bravura dell’cscculorc, ed aver la voga della j
fantasia sulla Lucia dell’islesso pianista francese dalla J
propria perspicacia e da uno squisito sentimento por- j
tato a non scompagnare mai i passi ili bravura dal!
prestigio della melodia. - Nell’opera 45 ili Dòhlcr avvi j
da render soddisfatti gli svariali gusli delle molliformi j
classi dc’suonatori: le belle ngilalc dall’angoscia di dover!
abbandonare l’amante potranno sospirar e gemere al- j
l’Addio di Schubcrt, sì finamente Irascritto da la- i
sciar quasi supporre in origine esser sialo idealo per j
pianoforte; coloro clic rintracciano dolce memorie, im- i
magmi lusinghiere scelgano il Torneo il più effet- j
tuoso della collezione; i giovani clic preferiscono ag- j
girarsi in vortici ballabili si csilirino eolia Tarali;
tella per pianoforte e violino poco meno clcltriz-!
zantc dell’altra Op. 59 di Dòlllcr; infine le due Melodie
Spagnole sono a disposizione dc’molli il j
cui udito vuol esser blandemcnlc lusingato da canti ti
caratteristici e. piacevoli. - Scligmann col modesto ti-!
tolo di Aottiii’iio eapreMMivo sopra diversi
molivi del Nabucco per violoncello o pianoforte, ci
dà una svariala fantasia alla moda appoggiala
ispccic all’istromento da lui con singolare macst
coltivalo. - Le ESiiiiemliraii/.r «li Trieste estro
- di Sartori sono di una difficoltà che da pochi
potrà superarsi: ne recheremo giudizio allorché
le avremo udite debitamente interpretale, non essendoci
ora permesso clic di aggiungere l’abile giovane ’
nelo in varj giornali proclamalo di una forza lisztia
aver con fruito meditato non solo sopra gli autori
moderni ma eziandio sopra i classici modelli, con disdoro
oggidì fra noi trascurali. - Delle Ire Itomanze
senza parole ili Gamliini, clic tcslè
a Parigi pubblicò un lodato Omaggio alla memoria eli
Cherubini, e che tiene in portafoglio una imponente
fantasia di concerto sul Nabucco, abbiamo già ragionalo
nel N. 57 della noslra Gazzella: le noie (lolla
terza - Il Rimprovero - sono tanto palpitanti di verità,
che incantevolmente vi ripercuotono sul.
là n
i può
andare
pianoforte le passioni umane;
sul
I. R. TEATRO ALLA SCALA
ACCADEMIA DEL SIG. ERNESTO CAVALLINI
Non ci voìfea meno del nome di Ernesto Cavallini
per fare clic un pubblico, in preda ancora alle emozioni
suscitate dai numerosi concerti delle Milanollo,
si avventurasse ad affrontare quell’assieme d’ordinario
più agghiacciante clic musicale, che porta il pomposo
titolo di accademia. Fu dunque dietro la garanzia
di questa bella illustrazione artistica della nostra
Milano che ci fu dalo d’osservare nella platea e nei
palchetti un numero abbastanza abbondevole di uditori,
fra cui si coniavano delle celebrila di tulli i
colori, cominciando dalle graziose della bellezza, per
discendere o salire, come vi piace, alle gravi e severe
dell’arte e della letteratura.
Nè qucsla affluenza, clic può, attese le circostanze,
essere considerala come singolare, fu il solo trionfo
ottenuto da Cavallini nella brillante serata. Quelle
mani, che pochi giorni prima aveano festeggialo forse
il più mirabile portento musicale del nostro tempo,
rinnovavano i clamorosi loro applausi pel clarinettista
eccezionale, che seppe dare al suo stromcnto un’importanza, di cui solo chi ha udito il Cavallini può
formarsi un’idea siifficicnlcmcnlc completa.
Noi non ci fermeremo all’analisi dei quattro pezzi
suonali da questo artista, nei quali abbiamo rilevalo
mollo gusto ed eleganza di composizione, ed un gran
ordine nelle idee, ma ci limiteremo a dire clic ciascuno
d’essì procurò al sommo esecutore n
mate eli’ erano il giusto compenso dell’abile maniera <
con cui era trattalo il canto, e della superiorità affatto *
unica con cui venivano vinte le difficolta più torri- i
bili nelle variazioni.. L
Venendo ora agli altri frammenti dell’accademia,,
noi non abbiamo a fare molti elogi, nè alla sinfonia
del signor Colombo, nè alla fantasia per banda ed
orchestra del signor Pezzoli. che ad onta d’una faltm-a
sufficientemente lodevole ed ingegnosa, non presentano
quel carattere di distinzione e di novità clic solo può,
ai nostri giorni, dare dell’importanza ad un lavoro
■strumentale. Dacché l’istruzione fondamentale si è
tanto diffusa, un’abilità artistica clic non sia consecrata a
dar colore e rilievo all’elevatezza ed all’originalità dei
concelli, è una dolo, troppo comune, perché meriti
che li crilien se ne occupi con qualche diffusione.
Nella sinfonia sopra molivi dello Slabal del Maestro
Merendante, abbiamo riddilo con piacere le idee più
eminenti e più deliziose gettate da Rossini nel suo
grande e sacro poema; è mi bel lavoro su cui ci formeremmo
Volentieri,’se la nostra gaz
offerto al s: ph»
inalisi diffusa e
gionata; evitiamo dunque le ripetizioni.
Trapassando ora alle parte vocale notiamo la com.
parsa della signora Paquicr, gentile straniera che
possiede una voce sufficiente ed una graziosa figura.
Riformando il suo metodo, cercando di dare al suo
canto maggiore espressione ed un colorito più appassionalo, sforzandosi di rispettare con una religione
più scrupolosa le imprcscrcltibili leggi del riimo e del
tempo, diverrà Una cantante che potrà percorrere una
conveniente carriera sui teatri (l’Italia. Che cerchi dunque
collo studio e coll’applicazione di trarre il massimo
profitto dagli elementi artistici da lei posseduli,
e clic non avventuri il suo avvenire polla smania di
divenire esordiente con eccessiva precipitazione.
Senza occuparci più a lungo dei pezzi vocali che
formarono il (rallcnimenlo di Domenica, e clic non
offrirono nulla d’osservabile, chiuderemo questi rapidi
cenni col dire che l’ansiosa aspettazione con cui ci
preparavamo ad udire il famoso quartetto ciel Bianca
e Ealicro di Rossini, non fu in alcun modo giustificala.
Era impossibile riconoscere le bellezze di queslo
magico pezzo attraverso l’insufficienza di un’esecuzione,
clic può luti’ al più meritare il titolo di mediocre.
Quest’avvenimento ci confermò sempre più nella
dolorosa noslra convinzione, clic pelle attuali condizioni
cioè dell’arte e del teatro, la musica di Rossini
sia divenuta una musica impossibile. Clic i noslri cantami
del giorno, tanto avidi di gloria e di denaro, vi
pongano bene attenzione. La* musica facile, volgare,
monotona, urlante, con tanto fracasso chiamala musica
drammatica, comincia a esaurire la pazienza dei
pubblici, e ad essere troppo inferiore all’esigenze di
novità e di originalità che questi si credono in diritto di
manifestare. La noja, l’indifferenza clic regnano nei teatri
coslalano con una grande evidenza questo fatto. Il
ritorno quindi alla grande, alla vera musica può essere
imminente; clic sticno dunque apparecchiali, che
procurino, se è possibile, con studi ostinati e saggiamomi
diretti di prepararsi al possibile avvenimento,
perchè alla fine potrebbe darsi che una generazione
giovane e ardila, accortasi dei nuovi bisogni, sorgesse
a prendere il loro poslo, facendo finalmente dimenticare
le fittizie celebrità clic misero per troppo tempo
alla prova la longanime pazienza degli spel latori.
ACCADEMIA
A benefizio «lei E*i«Infittito Teatrale.
L’I. R. Teatro alla Scala giovedì sera faceva pietà,
tanto era spopolalo; e si clic cranvi varj motivi
per indurre i signori ad intervenirvi. Traltavasi di
soccorrere ad un istituto piticchemai bisognoso, e di
ammirare: la magnifica introduzione del Guglielmo Teli,
quell’inesausta miniera, alla (piale si vedono ricorrere
ì maestri più acclamati della giornata, il famoso baccanale
delle Quattro stagioni di Haydn, e l’inarrivabile
bravura di un Cavallini il cui profluvio di note
oliremodo sorprendo. Oltre i due pezzi e l’esecutore ora
citati, non che la sempre elettrizzante ouverture della
Gazza ladra, eseguita con qualche colorilo, potcvasi
udire: il caporione de’ bassi della scorsa stagione,
Dc-Bassini, il quale riportò hallimnni in ispecie nell’aria
della Bianca eli Santa fiora, brano di mollo effetto;
la signora Krcutzer, figlia del celebre violinista, applaudita nella doppia qualità di cantante e
di pianista; ed il pot-pourri clic Mercadantc volle
metter insieme servendosi dc’molivi dello Stubai Mieter
di Rossini, capolavoro che dovrehbcsi quanto f
prima fra noi riprodurre. Mi dimenticava del gra- j
zioso passo a due delle ben addestrate giovanotte «danzatrici Fuoco e Baderna, ma di esso già ne par- *
larono e ne parleranno altri giornali. [p. 212modifica]- 242 Il
senso musicale ilegll Ebrei
e <Ic>i,li l’«garetti
Sotto il litoio:» Intorno allo sviluppo del senso musicale
presso i vurj popoli d’Europa» lessi ultimamente
un articolo ne’ fogli letterarj c critici di Amburgo, il
quale, frammezzo a diverse asserzioni false, contiene
delle verità, per il che veggo necessario dirvene alcuna
cosa, parendomi argomento degno delle osservazioni
de’ filarmonici. Cominciando dal titolo dell’articolo
osserverò che ò esso falso, poiché l’autore non parla
già dello sviluppo, ma bensì dell’esistenza di un tal
senso musicale ne’ diversi popoli europei, dimostrando
tuli’al più con alcune ardile pennellate, come questi
popoli si siano sviluppati. Così fra le altre cose egli
dice: «presso gli Ebrei, questi asiatici-egiziani della
razza araba, fra noi dimoranti in dispersione, si sviluppò
una grande abilità anche nel rompor musica,
ma con tutto ciò, c sebbene Miriam battesse i timpani,
c Davide sonasse l’arpa, l’intero popolo addimostra
in genere non mollo senso musicale. Gli Ebrei non
cantano! la maggior parte di questo popolo ha una
voce cattiva ed aspra; nelle sinagoghe, malgrado gli
antichissimi cori del tempio, non si fa altro clic berlingare
e mugolare.» Ora l’autore ò in errore sul conto
di questo popolo. Il quale, per quanto a me fu dato
di studiarlo, sembrami dotalo all’incontro di molto
sentimento musicale. Già da 18 anni insegno quasi
non intcrrottamcntc la musica nelle varie case israelitiche,
c vi feci tuli’altre ed opposte sperienze ed
osservazioni. Quasi tutti i miei allievi ebrei pervennero
a un notabile grado di abilità musicale, e persone
di questa tribù, non artisti, s’interessavano estremamente
quando si eseguiva della musica, c mi ricordo
ancora di gente di servizio, clic non furono
mai in alcun luogo per procurarsi un colto orecchio
musicale, cantare bene le melodie eseguite dai mici
allievi, od anche quelle sentile nelle corti da suonatori
ambulanti, prova evidente dell’esistenza di un senso
musicale. L’autore dice inoltre: a gli Ebrei non cantano.» A ciò si risponderà additando la quantità di
cantanti di nazione ebraica impiegali ne’templi c nei
teatri, c le orchestre delle maggiori città ove e ben
raro non vi siano ebrei. Ommcltiumo parlare ile’ molti
compositori c virtuosi di questo popolo, dc’quali ne basterà
nominare poiché, come: Moschclcs, Meyerbccr,
Ernst, Herz, Halcvy, Mcndelssohn, Heller, Rubinstcin,
Haumann, Ilanscr ecc., (1). Avesse l’autore sentito una
sol volta il culto musicale, nella sinagoga di Vienna, sul
cui modello se ne organizzarono tante altre, egli non
avrebbe dello certamente, che la loro voce é bruita c clic
nelle sinagoghe non si fu altro che berlingare c mugolare.
Chi mai visitò le gallerie de’ nostri teatri saprà che
sono zeppe d’individui di questo popolo, e si può
asserire senza esagerazione che tanti dopo la fine deil’opera
vanno a letto colla fame, non polendo far
senza del godimento della musica. E un tal popolo
non avrebbe un sentimento per la musica?
Ciò che l’aut. dice riguardo agli altri popoli, p. c.,
Francesi ed Italiani, è giusto nella cosa principale, ma
egli annovera pure gli Ungarcsi fra i popoli, i quali» hanno pochissimo sentimento musicale n c ciò con
permesso non è vero. Egli chiama monotone le melodie
nazionali unguresi nelle loro canzoni c danze,
dicendole perfino slave, essendovi più slavi cantanti
che ungaci danzanti; benché non si capisce bene.
Egli ascrive ancora il più gran talento musicale ai
Zingari, asserendo eli’ essi abbiano coltivato l’arte musicale
al maggior grado ne’paesi meridionali dell’Europa.
L’aut. non sembra in generale essere nel chiaro
riguardo alia musica nazionale degli Ungaresi, altrimenti
egli saprebbe, come già venne dimostrato in
questi fogli, aver tale musica già sussistito prima della
comparsa de’ Zingari nel loro paese, e che questi ultimi
presero c prendono tuttora i motivi alla loro guisa
d’esecuzione dalla musica nazionale ungarcsc. Questa
differisce anche tanto dalla slava, che ogni profano
se ne accorge tosto. Ma l’autore rovescia di nuovo
i Zingari dal loro coturno, dicendo in fine del suo
articolo che il sangue tedesco c slavo intimamente
misto, genera un incredibile, si può dire gigantesco
sviluppo al talento musicale, non solo nel creare, ma
anco nella condotta; che egli vuol provare particolarmente
colle provincic austriache. Ma il mio scopo non
è di criticare l’articolo de’Fogli lellcrarj amburghesi,
ma eccitare solo l’attenzione de’giudici competenti
di quanto alto interesse sarebbe un’Opera, oppure
una memoria sullo sviluppo del sentimento musicale
de’ varj popoli europei.
(I) Ben inteso clic la religione conservala al presente
di qualcheduna fra questi, nulla fa alla cosa,
I trattandosi qui solamente dall origine loro.
{Gaz*. IHus. di Vienna.)
NOTIZIE MUSICALI
— Milako. Jaccl quel fanciullo-prodigio delle cui
staordinaric prove recentemente con strepitoso successo
offerte a Venezia parlossi ncH’antecedente numero, testé
arrivò a Milano. Egli non giunge al decimo anno, ha
uno sguardo tino, modi vivaci c franchi, ed una fisonomia
che dinota genio. Le dita di lui non possono
agevolmente toccar l’ottava, eppure suona a rapire alcuui
fra i più brillanti pezzi di Thalbcrg, Dòhlcr, ecc..
Si spera che il piccolo pianista darà qualché accademia,
c che in lui potrassi avere un conforto per la partenza
delle Milanollo, le quali trattenute a Verona, vi si produssero
per tre volte rendendo tutti entusiasti della sovraumana
loro precocità. Congratuliamoci di veder l’arte
in siffatta guisa cadere nell’infanzia, e ciò sia di qualche
compenso per la oricalchica grandezza a cui viene indotta
da taluni fra gli adulti.
— Roma. La Rivista riferisce chcilsucccsso della nuova
opera del principe Poniatowski - Bonifazio de’ Geremei
- fu strepitoso, e che l’entusiasmo del pubblico non
poteva esser espresso con più solenni manifestazioni. Alla
seconda rappresentazione ( la sera del 29.) il concorso
fu immenso c non minori evviva si rivolsero al
compositore da riguardarsi siccome il più abile ed il più
fecondo fra que’ che in Europa coltivino l’arte per semplice
diletto.
— Vienna. S. M. 1. R. si è degnata di ordinare che
sia collocato nell’1. R. Archivio di musica di Corte un
esemplare del grande oratorio, il Noi; composto ed umiliato
a S. M. dal membro della cappella di Corte c professore
al Conservatorio di Vienna, Goffredo Preyer, e
di far consegnare al compositore un ricco presente in
segno del sovrano suo aggradimento.
(G. di Vienna)
— Nell’I.R. Teatro Kornerthor, a Vienna, fu data il 24
novembre per la prima volta in lingua tedesca la Lucrezia
Borgia di Donizclti, nella quale si distinse particolarmente
la protagonista, signor Stokcl-Kcinefctter,
non che il basso Schober,chc ha molta pratica nell’esecuzione
della musica dell’Opera italiana.
— Nel teatro Joscphstadt la nuova opera Todlentanz
(danza de’morti), del maestro Titl ottenne il medesimo
gran successo del suo Zauberschleicr (velo magico);
alla decima recita il teatro rigurgitava in modo clic
molli dovettero tornarsene a casa, senza potervi cn—
Nell’I. R. Negozio di Musica del signor Haslinger
a Vienna (1), si pubblicò per il Pianoforte un Potpourri
di Walzer in forma di l.° Fascicolo delle Opere
postume di Lanner. Inoltre N.° 4 Fascicoli di Melodie
ungarcsi, del maestro Carlo Dololy che saranno
continuate. {Gazz. teatr. Vienn.)
— Dublino, 27 Novembre. L’I. R. Consigliere della
Cancelleria di Stalo J. Hovcn, compositore di musica,
il quale trovasi qui attualmente, ebbe l’onore di esser
invitato da S. M. il Re ad un pranzo di famiglia. La
musica del signor Hovcn è qui mollo stimala, la sua
opera Turando! fu qui eseguila sul Teatro Kònigstadt,
c la sua Giovanna d’Arco lo sarà fra poco nel Teatro
Regio. Parecchi de’suoi Canti, come la Gita sul Beno,
una barcarola italiana, ebbero molto applauso tanto nei
concerti pubblici quanto nei circoli privati.
( Gazz. Univ.)
— Due libretti postumi di Federico Kind, poeta
del FreyschUtz, saranno posti in musica. (Segnale)
— Presso Schlcsingcr a Berlino si pubblicarono colla
stampa: Lettore sul sougiobno di Liszt in Ungheria.
— Lipsia. Il rinomalo pianista compositore Ferdinando
Hillcr col;maggior zelo c con notevole intelligenza
diresse otto accademie alla società filarmonica,
clic riuscirono di comune aggradimento sì per l’ottima
scelta de’pezzi, come per la perfetta loro esecuzione, a
cui presero parte i migliori artisti c dilettanti di questa
città fra le più musicali della Germania. Hitler medesimo
colla maestria che lo contraddistingue per uno
de’ prediletti allievi di llummcl vi suonò un nuovo suo
concerto, senza esitare, da porsi fra i più interessanti
e ragionati componimenti clic possa offrire la moderna
scuola di pianoforte. Vennero pure accordati speciali
suffragi ai ben elaborali suoi quintetti a voci sole in
cui spiccò il bel metodo, non che la soavità c sicurezza
di modi della signora Hiller. - Egli ora è chiamato a
Berlino per produrre a quell’accademia di canto l’oratorio
- La distruzione di Gerusalemme - qui tenuto
pel degno riscontro del Paulus di Mcndclsohn, oramai
fra noi popolare. La stessa partitura drammatico-sacra
di Hiller quanto prima verrà eseguila a Zurigo per conC)
E in Milano presso Bicordi.
tribuire all’erezione di un monumento al benemerito
Nageli. (Da lettera del 24 p.p.)
— Copenaghen. Gli amatori di musica di questa capitale
compartiscono clamorose acclamazioni al violinista
italiano Bazzini che venne pareggialo a’ più grandi
concertisti che ora vanno percorrendo l’Europa. L’esprcssionc
di questo giovane è oltre ogni dire toccante.
MOVE PUBBLICAZIONI MS1HL1
t. n. stabilimento nazionale piuyileg.”
di GIOVANNI ItICOltDl
PER L’ORGANO
KILLER E mtX
ove si trovano: 1.° Una breve descrizione dell’Organo
c dei suoi Registri, colla rubrica delle Officiaturc
ecclesiastiche, del Canto-fermo e del Falso-bordone.
2.° Trenta Prcludj in tutti i Toni c trentasei pezzi
o Versetti di differenti caratteri musicali.
CAVATINE FAVORITE
DE L’0PÉltA
EA STRANIERA ni: DEEEIXI
variée pour te I*insta
14750 Op. 8. Fr. 2 50
GRAND DUO CONCERTANT
liour Piano et Violate
SUR DES MOTIFS DU
ATABUCODOAOSOH du VERDI
H08H0RÉ -x C." DE CESSOLE
45731 Fr. 6 litsar
Piano
SUR DES MOTIFS FAVORIS DE l’oPÉRA
MARIA DI ROUAN db DOA IZETTI
a®.
Op. 91.
SUo itua. fctûzia- inJ^oiiOete
lier Tenore con affossiti." eli Pfte. SINIGAGLIA
[ LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA
M8MB WD1
15502 Fr. 2 50
13019 La stessa ridotta per Pftc solo. Fr. 1 75
GIOVIMI RICORDI
EDITORE-PROPRIUTABIO.
AH. 91 unisce a questo folcilo li pezzo JV. 9 DELL ASTOLOGIA CLASSICA MUSICALE
Dall’I. R. Stabilimento Arazionale Privilegialo
«li Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale (11 GIOVAKA’I RICORDI
Contrada degli Omenoni N. 4720.