Filocolo/Libro quarto/100
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Giovanni Boccaccio - Filocolo (1336)
Libro quarto - Capitolo 100
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Rimasi costoro insieme, e levate le tavole, per li pensieri del castellano niuna cosa andava, se non la gran nobiltà che gli parea quella di Filocolo, e con effetto in sé dicea: - Che potre’ io per degno merito di tanta larghezza fare a costui, acciò che io interamente gli potessi mostrare quant’io per lui farei, e quant’io sia di tal dono conoscente? -. E poi a se medesimo rispondea. - Tu se’ sì suo, che tu mai interamente mostrare non gliele potresti, salvo se gran bisogno non gli venisse, ove tu la persona e l’avere per lui disponessi -. Ma dopo questo, volendo a Filocolo parte del suo buon volere dimostrarli, con seco in una camera solo il chiamò, e quivi amenduni postisi a sedere, così cominciò con lui a ragionare: