Poesie sparse/"Non radice, sed vertice..."
 |
Questo testo è completo. | |
| ◄ | La beata riva | L'altro | ► |
a Golia
per la molto fogazzariana Circe famelica
che tu sai...
Un tulle, verdognolo d’alga,
l’avvolge: bellissimo all’occhio,
ed Ella m’accenna dal cocchio -
si sfolla il teatro - ch’io salga:
"Positivista irredento5
un’ora fraterna e un the raro
a casa vo’ darle e il commento
dell’opere di Fogazzaro".
Sì! Vengo! Ideale, convertirci
gli ardori dell’anime calme;10
uniscile come le palme
toccantesi solo coi vertici.
Le forme bellissime sue
non curo, o Signora! Il Maestro
(non so se pudìco o maldestro)15
ci vieta servircene a due.
Daniele non bacia la bocca,
ma fugge per Fede e Speranza,
vaporeggiando a distanza
l’amor della Donna non tocca.20
Ah! Lungi l’orrore dei sensi!
E noi penseremo, o Signora,
l’azzurreggiante d’incensi
Cappella Sistina canora.
Papaveri! E l’ora più blanda25
faremo, Signora, con quella
del Sonno tremenda sorella:
(prodigio di versi!...) Miranda.
Dispongo le carni compunte,
Marchesa, mia pura sorella,30
la palma pensando, che snella
non lega le basi alle punte.
Le basi... le punte incorrotte...
il the... Fogazzaro... Marchesa!
Ma questo sparato mi pesa!35
Non ho la camicia da notte...