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Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/299

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Anno 299

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Anno di Cristo CCXCIX. Indizione II.
MARCELLINO papa 4.
DIOCLEZIANO imperadore 16.
MASSIMIANO imperadore 14.
Consoli

CAIO AURELIO VALERIO DIOCLEZIANO AUGUSTO per la settima volta e MARCO AURELIO VALERIO MASSIMIANO AUGUSTO per la sesta.

Fu in quest’anno esercitata la prefettura di Roma da Anicio Fausto. Da che Diocleziano Augusto ebbe scelto per sè il governo dell’Oriente, per l’affetto da lui preso a quel soggiorno, si diede ad abbellir di nuove fabbriche l’insigne città di Antiochia, cioè la Roma di quelle contrade; ma specialmente v’attese da che ebbe ricuperato l’Egitto, e terminata felicemente la guerra co’ Persiani, per essere succeduta un’invidiabil pace. Giovanni Malala2828, siccome di patria Antiocheno, merita ben qualche fede, allorchè descrive le sontuose opere di lui in ornamento d’Antiochia, e per sicurezza delle frontiere romane. Scrive egli dunque che in quella città fabbricò un vasto palazzo, di cui già avea Gallieno gittati i fondamenti, siccome ancora un bagno pubblico vicino al circo, a cui diede il nome di terme diocleziane. Furono ancora, d’ordine suo, fabbricati i pubblici granai, per riporvi i grani, con regolar le misure del frumento e delle altre cose venali, affinchè i mercatanti non venissero danneggiati dai soldati. Inoltre fabbricò nel luogo di Dafne lo stadio, acciocchè ivi dopo i giuochi olimpici si coronassero i vincitori. Quivi ancora eresse i templi di Giove Olimpico, di Apolline e di Nemesi, incrostandoli di marmi pellegrini. Parimente fabbricò sotterra un tempio ad Ecate, al quale si scendeva per trecento sessantacinque gradini; e in Dafne un palazzo, dove potessero alloggiar gl’imperadori andando colà, quando in addietro stavano sotto le tende. Quivi pure, siccome ancora in Edessa e in Damasco, dispose botteghe, per lavorarvi ogni sorta d’armi ad uso della guerra, e per impedir le frequenti scorrerie degli Arabi. Oltre a ciò, in Antiochia da’ fondamenti eresse una zecca, e fra alcuni altri bagni uno, a cui diede il nome di senatorio. Nè questo bastò al suo magnifico genio. Si applicò ancora ad alzar castella e fortezze ai confini, mettendo guarnigioni di soldati dappertutto; e valenti capitani per custodir quelle frontiere. Abbiamo confermata da Ammiano2829 questa diligenza di Diocleziano, siccome ancora da Procopio2830, i quali scrivono aver egli specialmente fortificato di mura e di torri il castello di Cercusio, o sia Circesio, nella Mesopotamia. L’autore2831 inoltre della orazione pel ristoramento delle scuole in Autun, parla di varie città già deserte, e divenute covili di fiere, le quali dalla diligenza degli Augusti e Cesari di questi [p. 1049 modifica]tempi erano state rimesse io buono stato e popolate. Fa egli eziandio menzione delle fortezze alzate al Reno, al Danubio, all’Eufrate per guardia del paese romano. Se vogliamo stare alla testimonianza di Idacio2832, ebbe Massimiano Augusto guerra in quest’anno coi Marcomanni, popoli della Germania, e fracassò le loro squadre: della qual vittoria fecero anche menzione Eutropio2833 ed Aurelio Vittore2834.