Arcadia (Sannazaro)/Agli editori

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Luigi Portirelli

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Arcadia (Sannazaro) Elogio


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AGLI EDITORI


LUIGI PORTIRELLI.







Desiderando io ardentemente, che gli ottimi nostri Autori Italiani siano sempre pregiati in quel modo che ben meritano d’esserlo, di buon grado mi sono adoperato meglio che ho potuto nell’illustrare l’Arcadia del Sanazzaro, che da voi si deve novellamente pubblicare. Le Annotazioni che ora io vi offro, son quelle che ho riputate le più utili e necessarie pe’ giovani studiosi, a cui le dirigo, o ad intendere il testo, o a rilevarne le bellezze. Alcune son tratte da quelle, che già furono scritte dal Porcacchi, dal Sansovino, dal Massarengo, e che tutte trovansi unitamente stampate nell’Edizione dell’Arcadia fitta dal Comino coll’assistenza degli onorevolissimi Signori Volpi. [p. vi modifica]Quando però ho creduto, che il prendere un’annotazione intiera da qualcuno di essi senza farne un cenno speziale mi potesse essere ascritto ad ingratitudine, ho posto o per entro, o in fine il nome di quello, da cui l’ho presa. So che i Letterati per gustare l’Arcadia non hanno punto bisogno di annotazioni; ma io m’imagino, ch’eglino si compiaceranno in vedere che altri s’affatichi in maniera che la possano gustare anche i giovani meno instruiti. Del resto voi mi dovete essere assaissimo obbligati per aver procurato una cosa all’Edizion vostra, che certo la renderà preferibile alle altre; voglio dire l’Elogio del Sanazzaro scritto dalla facile e castigata penna dell’eruditissimo Sig. Consigliere Corniani di Brescia. Io ho letto sovra la nominata Edizione Cominiana la Vita del Sanazzaro scritta da Giovambattista Crispo; ma non potrei esprimervi con quanta fatica e noja son io giunto a leggerla tutta. Egli è vero, che moltissimi errori del Crispo furono emendati da un Anonimo, e che tanto gli altri del Crispo, quanto quelli che di fresco scrisse lo stesso anonimo emendatore, tutti furono corretti a maraviglia dai Signori Volpi, i quali in ciò fare ebbero, com’essi medesimi confessano, il soccorso di non pochi amici, e in particolare de’ Signori Fratelli D. Pier Caterino C. R. S., e Apostolo Zeni, tanto benemeriti della Italiana Letteratura. Ma qual tedio e qual perditempo non reca mai il fallire spesso la via, comechè tu ritrovi di mano in mano chi gentilmente ti riconduce sul diritto sentiero? Io già pensava, se le altre mie occupazioni me lo [p. vii modifica]permettevano, a rifondere quella Vita servendomi de’ lumi e dell’Anonimo e del Volpi; quando per buona ventura sovvenendomi, che il lodato Signor Consigliere Corniani deve parlare del Sanazzaro nel suo quarto volume de’ Secoli della Letteratura Italiana, di cui egli mi aveva detto aver già in pronto tutto il materiale, mi sono risoluto di ricercargli appunto ciò che faceva all’uopo mio. Quanto fu in me di ardire, tanto fu in lui di cortesia; e tostamente egli mi spedì cotesto Elogio, che senza dubbio si leggerà con sommo piacere da’ vostri Associati, sì per le bastevoli notizie concernenti la vita del Sanazzaro, come pel retto giudizio, ch’egli pronunzia sulle Opere di esso, e per le difese, che valorosamente sostiene contro le accuse, che al Sanazzaro furono già opposte o dagli oltramontani per nazionale parzialità, o dai nostri Italiani per privata invidia.