Asolani/Libro secondo/XII

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Libro secondo - Capitolo XII

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Per che se a stato alcuno venire né in istato mantenersi, né gli uomini né le donne non possono gli uni senza gli altri, né ha in sé ciascun sesso più che la metà di quello che bisogno fa loro o al poter vivere o al poter venire alla vita, poi che non è il tutto quello, sì come io dissi, che senza altrettanto star non può, ma è il mezzo solamente, non so io vedere, o donne, come noi più che mezzi ci siamo e voi altresì, e come voi la nostra metà, sì come noi la vostra, non vi siate, e infine come la femina e il maschio sieno altro che uno intero. E certo non pare egli a voi, così semplicemente risguardando e estimando, che i vostri mariti l’una parte di voi medesime portino sempre con esso loro? Deh non vi pare egli tuttavia che da’ vostri cuori si diparta non so che e finisca ne gli loro, che sempre, dovunque essi vadano, quasi catena gli vi congiunga con inseparabile compagnia? Così è senza fallo alcuno: essi sono la vostra metà e voi la loro, sì come io quella della mia donna e essa la mia. La quale se io amo, che amo per certo e sempre amerò, ma se io amo lei e se ella me ama, non è tuttavia che alcun di noi ami altrui, ma se stesso; e così aviene de gli altri amanti, e sempre averrà. Ora per non far più lunga questa tenzona, se gli amanti amando tra loro amano se stessi, essi deono poter fruire quello che essi amano senza dubbio alcuno, se quello è vero che tu argomentavi, che fruire non si possa solamente dell’altrui. E se essi possono fruir quello che essi amano, poi che il non poter fruire è solo quello che c’impassiona, non veggo io che ne segua quella conchiusione che tu ne traevi, che Amore tenga l’animo de gli uomini sollecito e, come ci dicesti, perturbato. Cotale è il nodo, madonna Berenice, che voi poco avanti come io sciogliere potessi dubitavate; cotale è la tela di Perottino a quel forte subbio, che voi diceste, accomandata; la qual nel vero a me pare che più tosto una di quelle d’Aragne, che a quella di Penelope stata conforme dire si possa che sia. Ma non per tutto ciò si pente, o donne, né si ritiene in parte alcuna, raffrenando la trascorrevole follia de’ suoi ragionamenti, Perottino; anzi pure per questo medesimo campo dell’animo più alla scapestrata, quasi morbido giumento fuggendosi, con la lena delle parole vie più lunghi e più stolti discorrimenti ne fa, il suo male medesimo dilettandolo. Ma sì come suole alcuna volta del viandante avenire, il quale alla scielta di due strade pervenuto, mentre e’ si crede la sua pigliare, per quella che ad altre contrade il porta mettendosi, quanto egli più al destinato luogo s’affretta d’appressarsi, tanto più da esso caminando s’allontana, così Perottino a dir d’Amore per le passioni dell’animo già entrato, mentre egli si studia forse avisando di giugnere al vero, quanto più s’affanna di ragionarne, tanto egli più, per lo non diritto sentiero avacciandosi, si diparte e si discosta da lui. La qual cosa, quantunque con semplici parole così essere vi potesse da ciascuno assai apertamente venir dimostrata, nondimeno sì perché alle segnate historie di Perottino non pare disdicevole che io un poco più partitamente ne ragioni, e sì ancora perché il così fattamente favellarne alla materia è richiesto, dove con vostro piacer sia, alquanto più ordinatamente parlando, chente sia il suo errore m’accosterò di farvi chiaro. -