Breve schizzo dei sistemi di filosofia moderna e del proprio sistema/I sistemi della filosofia moderna/Emanuele Kant

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Emanuele Kant

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I sistemi della filosofia moderna - Tomaso Reid I sistemi della filosofia moderna - Giovanni Amedeo Fichte


Egli tolse in parola il padre della filosofia scozzese, Tomaso Reid e ragionò presso a poco così. Voi avete ragione dicendo che la persuasione che ha l’uomo dell’esistenza de’ corpi non provenga dalle sensazioni, ma da una facoltà totalmente diversa di sua propria natura, per la quale l’istessa natura dello spirito umano l’obbliga ad affermare i corpi allorché la sua sensitività riceve le sensazioni. Ora, se la cosa è così, la fede che noi abbiamo della esistenza dei corpi è un effetto della natura del nostro spirito. Dunque se il nostro spirito fosse conformato diversamente non sarebbe necessitato ad affermare che i corpi esistono. Dunque la verità dell’esistenza dei corpi è soggettiva, cioè relativa allo spirito che la pronunzia, ma non è punto oggettiva; cioè a dire che ci sono i corpi, noi siamo obbligati ad ammetterlo, perché così informati e non possiamo resistere all’istinto della nostra natura che a ci porta; ma non ne viene mica da questo che i corpi esistano in se stessi, che abbiano una esistenza oggettiva indipendente da noi. Il Kant generalizzò questo pensiero a tutte le cognizioni umane, dicendo che essendo tutte atti e produzioni dello spirito, il quale non può uscire da sé, non potevano avere altra verità o certezza che soggettiva, e che quindi lo spirito non poteva mai assicurarsi se le cose fossero quali appariscono: egli osservò che tutti gli enti agiscono secondo le leggi della loro propria natura, e che le produzioni di questi enti tengono l’impronta di tali leggi. Se dunque le cognizioni sono prodotti dello spirito umano, anche esse debbono essere conformate secondo la natura e le leggi di questo spirito. E chi sa, diss’egli, che se v’avesse un altro spirito diversamente costruito dal nostro, non vedrebbe le cose tutt’altre da quelle che a noi appariscono? Egli addusse l’esempio di uno specchio che rende l’immagine secondo la forma delle cose che nello specchio si riflettono; di maniera che uno specchio curvo, a ragion d’esempio, rende tutti gli oggetti allungati, uno specchio concavo li rende accorciati.

Lo spirito umano, adunque, da le forme sue proprie agli oggetti delle sue cognizioni, e non riceve le forme dagli oggetti stessi. Ora l’ufficio del filosofo consiste nel trovare quali sieno queste forme, nell’enumerarle ad una ad una, e ciascuna descrivere colle sue proprie determinazioni. A tal fine non si richiede che osservare tutti gli oggetti dell’umano conoscere, trasportando le forme di questi oggetti nello spirito umano, e così rimovendo l’illusione trascendentale, per la quale l’uomo crede che le forme sieno dell’oggetto quando sono dello spirito stesso. Egli intraprese questo lavoro nella sua opera intitolata Critica della Ragion Pura. E condusse il lavoro nel modo seguente.

Egli disse che vi avevano due forme: l’una del senso esterno che si chiama spazio, l’altra del senso interno che si chiama tempo; vi avevano quattro forme dell’intelletto, che sono la quantità, la qualità, la modalità e la relazione; disse finalmente che vi avevano tre forme della ragione, che sono l’assoluta materia, l’assoluto tutto, l’assoluto spirito, cioè la materia, il mondo e Dio. Quindi egli pretendeva di conciliare insieme tutti i più opposti sistemi inventati dai filosofi. Li divideva in due grandi classi, che chiamava dei dogmatici e degli scettici. I dogmatici eran quelli che ammettevano la verità e la certezza delle cognizioni umane; gli scettici erano quelli che negavano alle cognizioni umane ogni verità ed ogni certezza. Diceva che avevano ragione gli uni e gli altri: avevano ragione i dogmatici perché esisteva una verità ed una certezza, ma soggettiva, cioè relativa all’uomo soggetto, avevano ragione gli scettici perché non esisteva una verità ed una certezza oggettiva, cioè degli oggetti considerati in se stessi, non potendo l’uomo conoscere di cosa alcuna come ella sia in se stessa. Questo suo sistema lo chiamava critico perché faceva la critica agli altri sistemi e alla stessa ragione umana; lo chiamava filosofia trascendentale perché trascendeva i sensi e l’esperienza e sottoponeva alla critica tutto ciò che l’uomo crede conoscere al di là del mondo sensibile; ma nel fatto il sistema del Kant è un sistema:

1°) Scettico, perché la verità e la certezza soggettiva ch’egli ammette non è verità né certezza se non per abuso di parole.

2°) Idealistico, perché non ammettendo l’esistenza de’ corpi che soggettivamente, come produzioni dell’istinto e delle forme innate dello spirito umano, non li ammette se non in apparenza, negando loro un’esistenza propria. Di più, il suo sistema è l’idealismo trasportato dal particolare al generale, quell’idealismo che il Berkeley aveva applicato ai soli corpi, l’Hume a tutti gli oggetti dell’umana cognizione, sieno corporei o spirituali, sieno concreti od astratti.

3°) Ateo, perché se la ragione umana non può assicurarsi della verità assoluta ed oggettiva degli oggetti che le si presentano, non rimane più la possibilità di conoscere con certezza l’esistenza di Dio, divenendo anche Dio un’apparenza soggettiva; il che lo stesso Kant confessa apertamente facendo la critica a tutti gli argomenti recati dai filosofi per provare la divina esistenza e dimostrandoli tutti, come crede, inefficaci ed inutili.

4°) Panteistico, perché in questo sistema non rimanendo più nulla eccetto lo spirito, che in virtù de’ suoi istinti e delle sue forme produce ed affigura a se stesso tutte le cose, ne viene che non esista se non una sostanza che è lo stesso soggetto umano, il quale porta tutto in se stesso l’universo e lo stesso Dio; Dio diventa in tale sistema una modificazione dell’uomo.

5°) Spiritualistico e materialistico ad un tempo, perché quello che si dice materia è nell’oggetto Uomo come una sua produzione, e quello che si dice spirito è pure nell’oggetto Uomo come producente e modificante se stesso, onde lo spirito umano viene ad essere spirito e materia ad un tempo.