<dc:title> La caccia di Diana e le Rime </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giovanni Boccaccio</dc:creator><dc:date>1914</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Boccaccio-Caccia e Rime-(1914).djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Caccia_e_Rime_(Boccaccio)/Appendice/8&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20230428154120</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Caccia_e_Rime_(Boccaccio)/Appendice/8&oldid=-20230428154120
La caccia di Diana e le Rime - 8. Gli occhi, che m’ànno il cor rubato e messo Giovanni Boccaccio1914Boccaccio-Caccia e Rime-(1914).djvu
E Speranza e Paura a star con esso[1];
Le quale, a lui tenendosi da presso,5
Or tristo el fanno e or parer beato,
Or arder tutto e or tutto gelato,
Or pianger or cantare, e quest’è spesso[2].
Onde il girato in così fatti stremi[3]
Forte si duole per tal offensione,10
Grida mercé, e, perché nulla vale,
Alzato à vela e posto mano a’ remi
Più volte già per uscir di prigione:
Ma tosto al vol li son strappate l’ale[4].