Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/XVII
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XVII. Spesso m’advien ch’essendom’io raccolto
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XVII.
Spesso m’advien ch’essendom’io raccolto
Co’ miei pensier partito[1] dalla gente,
Senza d’onde veder[2], nella mia mente
Sen vien colei nel cui celeste volto
La mia salute sta, et che, disciolto,5
Ne’ legami d’amor soavemente
Con gli occhi sua mi pose, et lietamente
A sé tir’ ogni spirto altrove volto.
Poi ragionand’a llor fa riguardare
La sua virtù la bellezza e ’l valore,10
De’ quai più ch’altra l’à dotata dio;
D’ond’un piacer mi nasce, el qual mi pare
Che rechi seco ciò che puote Amore,
Et sol accenda a ben far il disio.