Ch'eo cor avesse, mi potea laudare

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Guido Guinizelli

XIII secolo sonetti duecento Ch'eo cor avesse, mi potea laudare Intestazione 18 settembre 2008 75% sonetti

 
Ch’eo cor avesse, mi potea laudare
avante che di voi foss’ amoroso,
ed or è fatto, per tropp’ adastare
di voi e di me, feìo ed argoglioso:

5ché subit’ore me fa isvariare
di ghiaccio in foco e d’ardente geloso;
tanto m’angoscia ’l prefondo pensare
che sembro vivo e morte v’ho nascoso.

Nascosa morte porto in mia possanza,
10e tale nimistate aggio col core
che sempre di battaglia me menaccia;

e chi ne vol aver ferma certanza
riguardimi, se sa legger d’amore,
ch’i’ porto morte scritta ne la faccia.