Chi vuol fiabe, chi vuole?/Prefazione

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La figlia del giardiniere


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AI BAMBINI LETTORI



Come abbia fatto il Raccontafiabe a mettere insieme queste altre, dopo che gli fu rubato — voi lo sapete — il sacchettino con la polvere portentosa che gli suggeriva le fiabe, certamente non riuscirebbe a dirvelo, se glielo domandaste, neppure lui.

Ora il povero Raccontafiabe è molto invecchiato e passa, al solito, le sue giornate davanti a l’uscio di casa, a godersi il sole, d’inverno, e il fresco, d’estate.

Io che lo vedo spessissimo — siamo vicini da anni — sentendolo borbottare in questi ultimi mesi, avevo creduto, da prima, che si dolesse di qualche malanno. Invece, m’accòrsi che fantasticava a occhi chiusi, e borbottava:

— Se state cheti, bambini...

Gli sembrava di andare attorno, come tempo addietro, a raccontar fiabe per le vie:

— Chi vuol fiabe, chi vuole?

E infatti, sottovoce... Ed erano fiabe nuove! [p. 2 modifica]

Io gli ho fatto il tradimento di trascriverle, oggi una, domani un’altra, senza ch’egli se n’accorgesse. E una mattina gli ho detto:

— Raccontafiabe, volete sentire una fiaba?

— Sì! Sì!

Il poverello sorrideva, sorrideva approvando con la testa.

— Bravo! Bravo!... Mi sembra però... è strano! mi sembra di ricordarmela confusamente, quasi fosse passata per la mia testa. Bravo! Bravo!... Un’altra.

Gliele ho lette tutte, e si è divertito come un bambino. E quando ho soggiunto: — Sono fiabe vostre! Non le riconoscete? — ha risposto soltanto:

— Può darsi!... Saranno le ultime!

Abbiatele care, bambini miei: sono proprio le ultime.


Catania, settembre del 1906.


Luigi Capuana.