Commentarii di m. Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano/Allo Illustrissimo Duca Federigo Gonzaga

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Commentarii di m. Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano Prefatione
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ALLO ILLUSTRISSIMO DUCA
FEDERIGO GONZAGA
Di Mantova Gabrielo Giolito Sa
lute & Felicita.



H
AVENDO sempre, Illustrissimo Duca, grandemente desiderato di mostrare a vostra eccellentia, come suo buono servitore qualche segno dell'animo mio desideroso di fargli cosa grata, non potendo per me stesso operare cosa che fusse degna di si gran Signore et restandomi pure tale desiderio, sono ricorso all'alieno aiuto. Et sapendo quanto vi sia stata sempre a cuore la cognitione delle historie, tanto moderne quanto antiche, ho fatti tradurre alcuni Commentarii di Messer Galeazzo Capella, huomo dottissimo et diligente nello scrivere le guerre state nel Ducato di Milano, per la restitutione del Duca Francesco Sforza, nella quale fu anchora buona parte vostra Illustrissima Signoria, et questi ho dedicati allo Illustrissimo nome vostro, non per accrescerne quello di cosa alcuna in tale dedicatione, come quello di cosa alcuna in tale dedicatione, come quello che e per se famosissimo, et grande sopra modo fra gli altri illustrissimi signori de nostri secoli, ma per farvi fede, che io a maggiori cose che questa desidererei servire vostra eccellentia, se data mene fusse l'occasione, et quella si dignasse di comandarmi. Pigliate adunque Illustrissimo Duca, et Signore mio, questo mio picciolo dono, non resguardando in esso la piccolezza sua mandata a si gran Duca come vostra Eccellentia, et l'humelta di chi lo dona a si sublime Signore, ma al cuore del donatore, che assai maggiore presente gli vorrebbe potere fare. Et cosi se al cuore et all'animo mio riguarderete non dubito che questo picciolo dono habbia a essere più acceto a [p. 6 modifica]

vostra Illustrissima Signoria di molti altri ricchissimi, come

ancora fu più accetto a Iddio il danaio della povera vedo
va offerto al Tempio del Signore con tutto il cuore suo, che
l'oro et l'argento de ricchi, che per ostentatione do
navono. Et io humilmente priego vostra Illu
strissima Signoria, che si degni tener
mi fra il numero de suoi buo
ni servitori, cosi co
me io desidero
di servirla.