Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro terzo/28

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Libro terzo - Capitolo 28

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Ribellione di Cremona dall’Imperatore, alla quale dànno aiuto i Neri di Firenze. Arrigo cavalca verso Cremona, v’entra, e imprigiona i ribelli (1311,... - maggio).

Il Nimico, che mai non dorme ma sempre semina e ricoglie, mise discordia in cuore a’ nobili di Cremona di disubidire: e due fratelli, figliuoli del marchese Cavalcabò, n’erano signori, e messer Sovramonte degli Amati, un savio cavaliere quasi loro adversario per gara d’onori, vi s’accordorono; e a ciò lettere de’ Fiorentini e falsi instigamenti: gridorono contro allo Imperadore, e cacciaron il suo vicario.

Lo Imperadore, ciò sentendo, non cruccioso, come uomo di grande animo, gli citò; non l’ubbidirono, e rupponli fede e saramento. I Fiorentini vi mandorono subito uno anbasciadore per non lasciare spegnere il fuoco; il quale proferse loro aiuto di gente e di danari: il che i Cremonesi accettorono, e afforzorono la terra.

Lo Imperadore cavalcò verso Cremona. Gli ambasciadori di là li furono a’ piedi, dicendo come non potean portare l’incarichi eran loro posti, e che eran poveri, e che sanza vicario il voleano ubbidire. Lo Imperadore non rispondendo, furono ammaestrati per lettere segrete che se volessono perdono, vi mandassono assai de’ buoni cittadini a domandare merzè, però che lo Imperadore volea onore. Mandoronne assai, e scalzi, con niente in capo, in sola gonnella, con la coreggia in collo, e dinanzi a lui furono a domandare merzè. A’ quali non parlò: ma eglino senpre chieggendo perdono, lui sempre cavalcava verso la città: e giunto, trovò aperta la porta, nella quale entrò: e ivi si fermò, e mise mano alla spada e fuori la trasse, e sotto quella li ricevette. I grandi e potenti, colpevoli, e il nobile cavalier fiorentino messer Rinieri Buondalmonti, lì podestà, si partirono avanti che lo Imperadore venisse: il quale podestà vi fu mandato per mantenerli contro allo Imperadore. Il quale fece prendere tutti i potenti vi rimasono, e messer Sovramonte, che per troppo senno o per troppa sicurtà non fuggì, e prender fece tutti coloro che gli andarono a chiedere merzè; e ritenneli in prigione. La terra riformò, la condannagione levò loro, e’ prigioni mandò a Riminingo.