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Dagli Epigrammi (Alfieri, 1912)/XVI. Nel punto in cui di Galli armati schiavi

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XVI. Nel punto in cui di Galli armati schiavi

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XVI. Nel punto in cui di Galli armati schiavi
XV. Sia l'avvenir qual vuolsi, a me pur sempre

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XVI [xcix].1

Καὶ γὰρ τὰ περὶ ἐμοῦ τέλος ἔχει.

Luca, 22, 37.


Nel punto in cui di Galli armati schiavi
Entra in Firenze la masnada vile,

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Com’uom che di se stesso ha ognor le chiavi,2
4 Per sempr’io n’esco; e fia ’l mio uscir virile.
Chi può a schiavi obbedir, è a lor simíle.
Itali, spesa è3 troppo ben mia vita,
Se al non servir l’esemplo mio v’invita.


Note

  1. «Sistemato dunque in tal guisa il mio vivere, incassati tutti i miei libri, fuorché i necessarj e mandatili in una villa fuori di Firenze,... questa tanto aspettata ed abborrita invasione dei Francesi in Firenze, ebbe luogo il dí 26 marzo del 99... e quel giorno stesso, poche ore prima ch’essi v’entrassero, la mia donna ed io ce n’andammo in una villa fuori di Porta San Gallo presso a Montughi, avendo già prima vuotata interamente d’ogni nostra cosa la casa che abitavamo in Firenze, per lasciarla in preda agli oppressivi alloggi militari» (Aut., IV, 27°). Nell’imminenza di tale invasione fu scritto il surriferito epigramma, il 7 sett. 1798. Nel ms. reca l’annotazione: «Epigramma ultimo, tragico. In Boboli, dove resterò» (Renier, op. cit., LXXXVIII).
  2. 3. Intendasi: che è sempre padrone di se stesso.
  3. 6. È, sarebbe.