Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro II/CAPO VI

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VI. Della letizia della buona coscienza.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
VI. Della letizia della buona coscienza.
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CAPO VI.


Della letizia della buona coscienza.


1. Gloria dell’uomo dabbene è il testimonio della buona coscienza. Abbi buona coscienza, e avrai sempre allegrezza. la buona coscienza sa portar molte cose, e sta nelle disavventure lietissima. la mala coscienza sempre è paurosa ed inquieta. Tu riposerai dolcemente, se il tuo cuore non ti rimorda di nessun male. Non ti rallegrare, se non quando tu abbia bene operato. I malvagi non hanno vera allegrezza, nè interna pace non provan mai: perciocchè, Non è pace agli empi, dice il Signore. e se pur essi dicano: Noi stiamo in pace; non ci verrà male in capo, e chi sarà ardito di farci danno? non creder loro; poichè d’improvviso si leverà su l’ira di Dio, e saran tratte a niente le opere loro, e disfatti i loro divisamenti.

2. Gloriarsi nella tribolazione non pesa all’amante: conciossiachè il gloriarsi così, sia un gloriarsi nella [p. 86 modifica]croce del Signore. Breve è quella gloria che è data dagli uomini, e ricevuta. La gloria del mondo va sempre accompagnata con la tristezza. la gloria de’ buoni non nelle bocche degli uomini, anzi sta nella loro coscienza. L’allegrezza de’ giusti è di Dio e in Dio; e il loro gaudio è della verità. Chi desidera la gloria vera ed eterna, niente cura la temporale. e chi questa procaccia, o cordialmente non la disprezza, è convinto di meno amar la celeste. Grande tranquillità di cuore ha colui, che nè lodi non cura, nè vituperj.

3. Di leggieri sarà contento ed in pace, chi è mondo della coscienza. Tu non se’ già più santo, però che sii lodato; e nè più vile, però che biasimato. ciò che tu sei, quello sei; nè più grande non puoi esser detto di quello, che (Dio giudice) tu ti sei. Se riguardi a ciò che sei dentro da te, non farai caso di ciò che gli uomini parlin di te. L’uomo vede solo il sembiante, ma Dio nel cuore. l’uomo guarda alle azioni, ma Dio disamina la intenzione. Egli è argomento d’anima umile l’operar sempre bene, e tenersi dappoco. il [p. 87 modifica]non voler ricevere consolazioni da creatura è segno di grande purezza, e d’interna fiducia.

4. Chi non dimanda per sè testimonianza alcuna di fuori, chiaro è ch’egli s’è totalmente rimesso in Dio. imperciocchè, Non colui che rende testimonio a se stesso, quegli è provato (dice S. Paolo); ma a cui Dio il rende. Camminare dentro con Dio, nè da alcuna straniera affezione essere ritenuto, è lo stato dell’uomo interiore.