Dizionario mitologico ad uso di giovanetti/Prefazione

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Dizionario mitologico ad uso di giovanetti Mitologia - A
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PREFAZIONE




Vi sono molti libri sulla Mitologia; ma ben pochi sono quelli che convengono ai giovanetti, e la di cui lettura loro sia profittevole. La maggior parte di siffatti libri sono troppo voluminosi o troppo ristretti. La prolissità degli uni sparge la confusione nelle loro idee, e la nomenclatura secca e sterile degli altri non insegna loro alcuna cosa.

Si è cercato di evitare questi due estremi nella presente Mitologia. Non vi si trattano che gli articoli i più interessanti, la conoscenza de’ quali è indispensabile; e vi si espongono con una certa estensione, e con dettagli proprj a stimolare la curiosità. Per non sopraccaricare la loro memoria, non si fa alcuna menzione de’ nomi e delle parole, che non offrono alcun interesse, e che i giovanetti possono ignorare senza conseguenza. Per esempio, di quale utilità può loro essere la cognizione degli articoli Abba, Abarbarea, Abastro, , , Abato, Abellione, Abeo, Abeone, Abracadabra, Abraxas, Abrezia, Acacali, Acacesio, Acali, Acamante, Acasi, Acelo, Acheo, Achiroe, Acresio, Acratopote, Adargate?

Citansi questi nomi presi a caso nel Dizionario di Chomplé (tradotto da Millin); ma ve ne [p. vi modifica]sono mille altri affatto inutili pei giovanetti. Ci siamo dunque limitati alla sola sposizione degli articoli favolosi, che ognuno dee deve deve sapere.

Il parlar dapprima de’ grandi dei, indi degli dei subalterni, e finalmente degli eroi, è il metodo che si osserva più ordinariamente ne’ libri di Mitologia destinati alla instruzione della gioventù. Questo piano può esser buono; ma intanto ha l’inconveniente di non esser comodo per coloro, i quali vogliono consultare un articolo: d’altronde egli è ben difficile che seguendolo, non si ommettano alcuni tratti della favola, che sembrano non appartenere ad alcuna delle tre divisioni generali, e che intanto meritano di esser conosciuti.

Per questa doppia considerazione, si è creduto dover dare a questo libro la forma di un dizionario, perchè non ve n’è altra più comoda per trovare all’istante i nomi e le parole che vogliansi consultare, e che basta seguir l’ordine iniziale delle lettere per situarvi tutti gli articoli interessanti, senza esser nella necessità di riunire quelli che sembrano aver qualche rapporto tra di loro. Si sa bastantemente che il voler ravvicinare e legare insieme de’ racconti di loro natura incoerenti, è lo stesso che darsi una pena inutile.

Alcuni libri elementari trattano le materie della favola per dimande e risposte. Questa [p. vii modifica]maniera d’insegnare, che taluni credono di convenire ai fanciulli, loro non conviene affatto. Primieramente distrugge del tutto l’interesse della narrazione; e la ripetizione frequente delle dimande e risposte, è per essi ben penosa. Questa forma di scrivere è buona al più per un libricìno di religione, in cui i principj e i dogmi, essendo ridotti a poche parole, devono essere materialmente impressi nello spirito; ma un volume intiero formato dì risposte, spesso molto lunghe, non può essere ritenuto a memoria; poiché non vi è memoria che sia capace di simile sforzo. L’essenziale è di sapere che cosa è Giove, Nettuno, Plutone, Marte; ciò che hanno fatto Teseo, Agamennone, Achille, Ettore. La maniera che insegna queste cose il più comodamente e dilettevolmente possibile, è senza dubbio la migliore di tutte: e questa è altresì quella che devesi adottare.

Ciascun tratto della favola è un picciol romanzo. Qual uomo di età matura vorrebbe leggere il romanzo il più interessante, se, da un capo all’altro, fosse formato di domande e di risposte? Una tale lettura gli sembrerebbe scipita e nojosa. Ciò che disgusta un uomo adulto, non può certamente dilettare un fanciullo; di qui è che in questa Mitologia si è adottata una narrazione semplice, naturale e continuata.

Nel comporre questa opera, si è avuto ricorso ai migliori libri, che trattano della [p. viii modifica]Mitologia. Particolarmente si è consultato Banier, Declaustre, Comprè; e sopratutto il Dizionario della Favola del Sig: Noel, che senza dubbio è il più perfetto in questo genere. Questa è una confessione che si fa volentieri; quando si profitta de’ lumi altrui, devesi convenirne con piacere. Possa questa piccola Mitologia esser utile e dilettevole ai giovanetti! questo è lo scopo che ci abbiamo proposto.




ERRORI

CORREZIONI
Pag. 6 lin. 10. opoteva poteva
Idem. lin. 11. cmbattimento combattimento
Pag. 16 lin. 21. il fiume in fiume
Pag. 49 lin. 22. eonsorte consorte
Pag. 54 lin. 12. Dieono Dicono
Idem. lin. 20. ehe che
Pag. 58 lin. 22. Prosperina Proserpina
Pag. 158 lin. 29. in ni
Idem. spogli spoglie
Pag. 159 lin. 9. l il
Idem. lin. 15. o lo
Idem lin. 24. iile tile
Pag. 206 in fine gio- nin-