Donna, siam rei di morte. Errasti, errai;
di perdon non son degni i nostri errori.
Tu, ch’aventasti in me sì fieri ardori;
io, che le fiamme a sì bel sol furai.
5Io, ch’una fera rigida adorai;
tu, che fosti sord’aspe a’ miei dolori.
Tu nel’ire ostinata, io negli amori.
Tu pur troppo sdegnasti, io troppo amai.
Or la pena, laggiù nel cieco Averno, 10pari al fallo n’aspetta. Arderà poi
chi visse in foco, in vivo foco eterno.
Quivi (s’Amor fia giusto) amboduo noi
al’incendio dannati, avrem l’inferno:
tu nel mio core, ed io negli occhi tuoi.