Donne e Uomini della Resistenza/Augusto Murer

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Augusto Murer

Nato a Falcade (Belluno) il 21 maggio 1922, deceduto a Padova l'11 giugno 1985, scultore.

Trascorsa l'adolescenza nella valle del Biois, nel 1940 poté frequentare la Scuola d'arte di Ortisei e nel 1943 l'Accademia d'arte di Venezia. Qui ebbe tra gli insegnanti Arturo Martini, grande rinnovatore della scultura italiana. Nel 1942 Augusto Murer, che aveva partecipato a Firenze a un concorso nazionale di scultura e l'aveva vinto, si vide togliere il premio perché (claudicante dall'infanzia), non avrebbe ben figurato marciando davanti ai gerarchi fascisti... All'indomani dell'8 settembre 1943, lo scultore si schierò istintivamente nelle file della Resistenza, assistendo e ospitando i partigiani della vallata nella sua casa-atelier (nel 1972 l'avrebbe ricostruita, a Molino di Falcade, l'architetto di Treviso Giuseppe Davanzo e – alla morte dell'artista – sarebbe diventata sede dell'associazione "ERMA", nata per promuovere e far conoscere le sue opere). Dopo la strage perpetrata dai nazisti nella valle del Biois il 20 agosto 1944, Murer si diede alla macchia e divenne partigiano della Brigata "Fratelli Fenti" della Divisione Garibaldi "Belluno". Dal dicembre di quell'anno, lo scultore collaborò anche alla realizzazione del foglio partigiano Dalle vette al Piave . Dopo la Liberazione, i temi della lotta antifascista divennero centrali nell'attività artistica di Murer. Ne sono un esempio il monumento alla Resistenza, inaugurato a Belluno nel 1965, quello alla "Partigiana veneta" del 1969 a Venezia, quello ai Caduti sulla Piana del Cansiglio del 1970. E ancora: la stele al "Monumento al Partigiano", sul Monte Grappa (1974), il "Monumento al Partigiano" a Mirano (1975), il "Monumento alla Resistenza" a Teramo (1977), quello a Giacomo Matteotti, del 1978, a Rovigo. Molte delle opere di Augusto Murer (oltre alle predilette in legno e in bronzo vi sono dipinti, disegni, acqueforti), si possono vedere, appunto all'ERMA, durante il periodo estivo e, prenotando, durante tutto l'anno. Si tratta di lavori che, come ha scritto Luciano Galmozzi, esprimono "una enfasi da tragedia classica, forte e persuasiva perché di immediata comunicabilità".