Donne e Uomini della Resistenza/Bruno Schacherl

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26 luglio 2014 25% Da definire

Bruno Schacherl

Nato a Fiume (oggi Rijeka, Croazia) il 14 maggio 1920, militante antifascista, giornalista, letterato.

La sua storia è un intreccio fra letteratura, militanza antifascista, giornalismo e teatro. Nato in una famiglia ebraica di origine cecoslovacca, che non ottenne la cittadinanza italiana, ha vissuto i primi anni della sua vita a Fiume, città di frontiera passata all'Italia dopo la guerra 1915-18.

Fu clandestino, apolide, senza patria, per una notevole parte della sua vita. Lui si è sempre sentito italiano e attorno ai vent'anni, il suo amore per l'Italia fu la spinta che lo portò ad avversare il regime fascista, a mettersi in contatto con il partito comunista nella clandestinità e a partecipare poi alla Resistenza. Si era laureato in Lettere a 21 anni a Firenze, con una tesi su poeti allora recenti (Saba, Ungaretti, Montale). E a Firenze mise le radici, quale allievo di Giuseppe De Robertis, suo assistente all'Università. Ed è proprio nell'ateneo, frequentando gli ambienti intellettuali, le famose "Giubbe rosse", che entra a fare parte della rete attiva contro la dittatura.

L'avvio lo riceve dal cugino, il grande pedagogista Lucio Lombardo Radice che lo mette in contatto con Vittoria Giunti e Bruno Sanguinetti, figlio del proprietario dello stabilimento Arrigoni di Sesto Fiorentino, che aveva a sua volta collegamenti con i nuclei operai di Rifredi e Sesto. Era l'estate '42. "Il mio lavoro politico nell'università acquistò allora una nuova dimensione - come ha scritto nel suo libro Come se , uscito nel 2002, edizioni Cadmo - sapendo di avere accanto le forze decisive già operanti nella società. Mi colpì in quei mesi la scoperta che non era poi tanto difficile convincere la gente a schierarsi. Non ce ne rendevamo conto compiutamente ma in quei mesi era in atto anche negli ambienti intellettuali e studenteschi un rapido e profondo processo di politicizzazione."

E così Schacherl riesce a reclutare giovani e intellettuali, fra cui Romano Bilenchi, che poi diventerà l'amico della vita, suo direttore al Nuovo Corriere . Il 25 luglio lo sorprende a Fiume. Rientra subito a Firenze, organizza assemblee all'università, dove si forma subito un fronte antifascista. Si incontra con Bitossi , Pratolini, Carlo Levi , Vittorini. Schacherl viene affidato dal partito ad un militante esperto come Sandro Susini, con il quale stampa e distribuisce volantini.

La sera dell'8 settembre, mentre i tedeschi occupano la città e disarmano i soldati italiani, Bruno è in Santa Croce per distribuire volantini del PCI che chiedono le armi per il popolo. La sua attività continua per gli altri mesi. La polizia fascista e i tedeschi intanto lo braccano. Bruno non ha neppure uno straccio di documento. Quando lo individuano e fanno irruzione nella sua abitazione, è costretto a nascondersi e a diventare ancora più clandestino. Firenze venne liberata il 4 agosto 1944. Bruno Schacherl iniziò quasi subito l'impegno di giornalista prima a Toscana Nuova , quindi al Nuovo Corriere diretto da Bilenchi, senza tralasciare la vita del PCI nelle sezioni territoriali.

È stato cronista a l'Unità di Firenze, fin quando venne chiamato dal Partito a Roma per lavorare alla Sezione centrale di propaganda. Venne più volte inviato a partecipare alle campagne elettorali del Sud; per un anno fu in Sicilia, conosciuto con uno pseudonimo. Poi tornò al giornalismo, al Contemporaneo , a l'Unità dal 1956 al 1967, dove fu il migliore dei redattori capo. A quel lavoro massacrante, affiancò quello di traduttore (Stendhal, Flaubert, Proust) e di critico teatrale, specialmente negli anni successivi, quando passò a Rinascita sotto le direzioni di Pavolini, Reichlin e Natta : anche qui una granitica colonna, il redattore capo.

Bruno Schacherl ottenne la cittadinanza italiana nel 1966, quando Mario Alicata , diventato direttore de l'Unità , prese di petto la questione e quasi la impose al ministro degli Interni di allora, Taviani. Per i suoi novant'anni, i compagni che hanno lavorato con Schacherl, hanno deciso di festeggiarlo in una Casa del Popolo di Firenze.

(c.r.)