Donne e Uomini della Resistenza/Enrico Arosio
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Enrico Arosio
Nato a Monza il 13 novembre 1904, fucilato al poligono di tiro di Cibeno di Carpi (Modena) il 12 luglio 1944, piccolo industriale.
Un ricordo della sua attività si trova nella pubblicazione che celebrava il decimo anniversario della Liberazione, “Monza nella Resistenza” 1955: “Occorreva trovare un deposito per automezzi e armi in un luogo sicuro. Arosio non esitò a mettere a disposizione la sua casa e il suo stabilimento; e i primi GAP ebbero in lui vita e appoggio”. Arrestato su delazione, per attività antifasciste, nel marzo '44 e incarcerato nel carcere giudiziario di Monza, quindi trasferito a Milano San Vittore, numero di matricola 1732, I raggio, cella 50. In un tentativo di visita, due sue cognate, si presentarono con bimbi neonati nella speranza di impietosire i carcerieri e ottennero il risultato opposto: vennero arrestate e trattenute per 40 giorni ed i neonati riportati a casa. Inviato al campo di Fossoli il 9 giugno 1944, matricola 1527, baracca 21 A. Fu arrestato non per una sua imprudenza, ma per l'incoscienza di un compagno di partito, che, innamorato di un'impiegata del Comando germanico di Monza, si lasciò estorcere da lei i nomi dei compagni. Nelle prime lettere da Fossoli, abbastanza serene, rassicura i fratelli sulle sue condizioni di salute, li informa che con lui ci sono Davide Guarenti, Carlo Prina e Antonio Gambacorti Passerini , monzesi come lui, oltre ad Antonio Colombo, di Lecco; si aiutano e si sostengono a vicenda, ma finiranno tutti fucilati a Cibeno. I contatti con i familiari sono ostacolati da un’erronea informazione, passata a loro, che lo dà trasferito a Mantova. Il suo corpo, contrassegnato all'esumazione col numero 65, fu riconosciuto dai fratelli, Giordano e Antonio. È sepolto nel cimitero di Monza, nel Sacrario dei Caduti e il suo nome compare sul Monumento ai Caduti, in piazza Trento e Trieste in Monza, che gli ha anche intitolato una via. Una nipote lo ricorda semplicemente così: “Mio zio è morto perché ha combattuto con tutte le sue forze il fascismo”. (g.f.)
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia