Donne e Uomini della Resistenza/Giorgio Elter

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Giorgio Elter

Nato nel 1924. Caduto al Ponte Suaz (Aosta) il 5 settembre 1944.

Ad Aosta c'è una via dedicata a Giorgio Elter, morto ventenne, in uno scontro a fuoco, durante un tentativo di disarmare un piccolo presidio fascista, collocato ad Aosta-Ponte Suaz per tenere sotto controllo gli operai che si recavano a lavorare alla "Cogne". Giorgio, come i fratelli Giulio (nato nel 1921), Piero (1927) e la sorella Orsetta, era stato educato agli ideali di libertà e di giustizia sociale dal padre Franz che, d'origine trentina, si era trasferito in Val d'Aosta per assumere vari incarichi dirigenziali negli stabilimenti della "Cogne" e che, alla caduta del fascismo, si trovava a dirigere le miniere della Società. Per chi conosceva gli Elter fu del tutto naturale vederli schierati con la Resistenza, sia pure con ruoli diversi. Il padre, comunista, impegnato, con i suoi minatori, nelle azioni di sabotaggio a strade, ponti e ferrovie; il figlio Giulio internato in Svizzera; i figli Giorgio e Piero partigiani nelle formazioni "A. Verraz". La morte di Giorgio non distolse gli altri famigliari dalla lotta. Sepolto il ragazzo nel cimitero di Cogne, costituita una nuova formazione partigiana che portava il suo nome, gli Elter continuarono nel loro impegno antifascista. Ne rese testimonianza il dottor Giulio Dolchi , comandante partigiano in Valle Cogne e poi sindaco di Aosta. Della nonna di Giorgio Elter ebbe a scrivere: "... impotenti ad impedire l'attività di sabotaggio e la lotta partigiana, ai primi di dicembre del 1944 i tedeschi occuparono Cogne e costrinsero tutta la popolazione a radunarsi in piazza, per terrorizzarla e per individuare i capi della Resistenza. Quando un ufficiale nazista si rivolse alla signora Rosa Elter Tinetti, settantottenne e le chiese: "Lei è la madre del dottor Franz Elter?", essa rispose: "Sono la madre del dottor Elter e la nonna di Giorgio. Di mio figlio e di mio nipote sono veramente fiera". L'intrepida signora venne subito arrestata, tradotta ad Aosta e liberata solamente alla fine del febbraio 1945... "